L’inizio di stagione per il Trapani è stato entusiasmante. Il club granata ha vinto quattro partite su quattro e al momento è al primo posto in classifica. La società in estate era vicina al fallimento perché Morace aveva dichiarato di non voler più proseguire, al timone c’è ancora lui e i granata stanno volando alti. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica”:
“Sì, è vero. Ci sono i numeri a spiegare gran parte di cosa sta accadendo. Quattro vittorie nelle prime quattro partite, dodici punti, dieci gol realizzati e appena uno incassato. Basterebbero questi dati a far comprendere come la partenza scoppiettante prometta una grande stagione. Ma le cifre non spiegano tutto. Anzi. Il Trapani di quest’anno, soprattutto, è sacrificio, è voglia di correre sempre un metro in più. È collaborazione, è inseguire i palloni che sembrano persi, è compattezza, è capacità di leggere con intelligenza l’evolversi della gara. È presto per esprime giudizi definitivi: ma in sole quattro gare questa squadra sta esprimendo una cultura di calcio e di gruppo davvero sorprendente. Ed è ancora più sorprendente se si pensa all’estate appena trascorsa, all’incertezza sull’esistenza stessa del Trapani. A cessioni del club a personaggi discussi e discutibili, a notti tormentate in cerca della soluzione che consentisse la prosecuzione della storia. Il Trapani rimane ancora oggi in vendita, e quando il tribunale delle Imprese avrà messo fine alla grottesca vicenda della proprietà richiesta da Francesco Agnello, è probabile che passerà di mano. In questa situazione di incertezza societaria, rimane una sola logica da perseguire: creare un guscio intorno alla squadra. Un’operazione in cui il tecnico Vincenzo Italiano e il direttore sportivo Raffaele Rubino si stanno rivelando dei veri maestri. Eppure, l’uno e l’altro sono alle primissime esperienze con ruoli di responsabilità. Italiano è alla prima panchina da professionista e Rubino, uscito fuori dall’ala parmense di Daniele Faggiano, è un direttore sportivo esordiente. La parola d’ordine che circola è entusiasmo. Che si vede e si sente forte e chiara. Il Trapani spinge e semina avversari sfruttando mirabilmente le corsie di destra e di sinistra, portando al tiro chiunque da dovunque; e si difende, quando necessario, senza mai buttare via la palla. I numeri, si diceva, non spiegano tutto, in questo caso. E più del 4- 3- 3 scelto da Italiano, è importante la voglia di divertirsi e di passarsi il pallone, che trapela da vecchi e nuovi. Si vede un trentaseienne come Felice Evacuo che insegue senza risparmiarsi ogni avversario; ma si apprezza anche l’umiltà di un diciannovenne come Erasmo Mulé, difensore centrale improvvisamente titolare, catapultato dalla “Berretti”. Intorno, la città sente di aver ritrovato il suo Trapani. Quello che vola basso nelle dichiarazioni e non regala stipendi altisonanti. Un percorso emozionante, senza pressioni, in cui anche i tifosi hanno capito perfettamente come l’unico obiettivo sia ritrovare identità. “Italiano portaci lontano” , è la rima che hanno scelto nei cori per l’allenatore. Dove sarà quel “lontano”, si vedrà”.