Repubblica: “Milan, la scalata di Scaroni e il mistero dei 303 milioni. I calciatori…”
“PER I TIFOSI del Milan l’effetto più gradito del 4-1 in casa del Chievo è la possibilità di gustarsi il duello di domani con la Juventus come ai bei tempi: pensando in grande, cioè alla difficile scalata verso la zona Champions. A Verona il riabilitato Montella ha scovato modulo (il 3-4-2-1), titolari (Bonucci è congelato dalla residua giornata di squalifica), gioiello lucidato (Romagnoli) e idolo della folla (Suso), ma soprattutto si è guadagnato il diritto a sfidare la Juve senza sentirsi precario. Fino alla sosta di novembre, salvo tracollo contro Juve e Sassuolo, Paulo Sousa resterà sullo sfondo, adesso che il Leicester ha scelto Puel, e Gattuso un’eventualità credibile, avvalorata dai risultati della Primavera, mentre Ancelotti, per sognare il revival in Premier League, resiste ai corteggiamenti cinesi e non pensa a Milanello. A proposito di Cina, però, anche i fedeli più incrollabili cominciano a cedere all’evidenza: novembre sarà il mese della verità su Yonghong Li, il presidente lontano del quale si favoleggia sempre. Dalle miniere di fosforo si è passati a un presunto videomessaggio ai calciatori, in cui avrebbe rassicurato la squadra sulle proprie disponibilità finanziarie. Ogni dubbio verrà dissolto in un mese: o il Milan rimane cinese oppure diventa subito americano, del fondo Elliott, grazie al famoso prestito di 303 milioni di euro. In questo caso il nuovo presidente potrebbe essere italiano e certo non inviso a Berlusconi: Paolo Scaroni, presidente dell’Eni con Berlusconi premier. Entro fine novembre, infatti, deve arrivare la prima tranche dell’aumento di capitale da 60 milioni, secondo gli accordi tra Li e il fondo di Paul Singer: una delle clausole del prestito impone al Milan di non accumulare perdite e di tenere sempre i conti in attivo. Senza investimenti cinesi, Elliott prenderebbe il controllo del club. A quel punto Fassone potrebbe rimanere Ad e alla presidenza salirebbe Scaroni, che lavora per la banca d’affari Rothschild, consulente nell’operazione Milan proprio per la cordata cinese. La scadenza di novembre misurerà la solidità finanziaria di Li, a più riprese messa in discussione. Emergeranno finalmente i soci misteriosi, in teoria tornati nell’ombra per la stretta di Pechino contro le spese folli nel calcio? Fassone è impegnato, con la banca d’affari americana Bofa- Merrill Lynch, nel rifinanziamento del prestito e nei futuri aumenti di capitale. Servono appunto nuovi soci, per offrire alla banca americana garanzie a un prestito di lungo periodo, da ripagare con la quotazione a Hong Kong entro 3 anni. A novembre, il 13, è prevista anche l’assemblea dei piccoli azionisti, che approverà il bilancio dei primi 6 mesi del 2017, non ancora gravati dal costoso mercato estivo. L’ostacolo più alto pare la presentazione del voluntary agreement all’Uefa, per evitare sanzioni del fair-play finanziario. Le previsioni sui ricavi cinesi sono già state ridimensionate e il nuovo piano di sviluppo è stato esteso a tutto l’Estremo Oriente. L’ipotesi delle dolorose cessioni a giugno, per aggiustare il bilancio, segnerebbe l‘addio di Donnarumma e Suso. Il quale allontana l’idea: «Ho appena rinnovato. Se Fassone mi voleva vendere, doveva dirmelo prima di firmare. Io voglio rimanere a lungo. La Juve è più forte, ma può succedere di tutto». I tifosi pregustano il duello”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.