Repubblica: “Mihajlovic avvisa il Toro: «Ora vinciamo in trasferta!»”
“SINISA Mihajlovic, se quella contro la Fiorentina è stata la partita della maturità, la trasferta di Palermo cosa rappresenta? «Se vogliamo lottare per l’Europa League dobbiamo migliorare in trasferta. In casa abbiamo battuto Roma e Fiorentina, ma ora si tratta di vincere anche fuori, anche perché la lotta quest’anno è decisamente agguerrita e le avversarie sono tante. Vincere è difficile ma confermarsi lo è anche di più». Si riparte dopo la sosta per le nazionali. A che punto siete? «Avrei preferito non dovermi fermare, le partite dopo la sosta sono le più insidiose. Dipende da noi, e adesso viene il difficile: bisogna riproporre il Toro anti Roma e Fiorentina». Che Palermo si aspetta? «Da quando c’è De Zerbi è una squadra che sta facendo bene. In casa non ha mai segnato, l’ambiente sarà caldo e la squadra è organizzata e sa pressare. Ci possono mettere in difficoltà, molto, dunque, dipenderà da noi». La sorpresa Nestorovski contro l’Italia è un rischio in più? «È un attaccante affermato che in Macedonia è stato capocannoniere per cinque anni. Ma c’è anche Diamanti, il giocatore in attività che più mi somiglia nelle punizioni». Stasera ritrova Ljajic e riparte dal tridente costruito in estate. Farete un altro salto di qualità? «Così scegliere per un allenatore diventa anche divertente. E avremo la possibilità di cambiare il passo durante la partita». Ha avuto la tentazione di passare al 4-2-4 per schierare insieme Boyé con Iago, Belotti e il rientrante Ljajic? «Sulla base dei giocatori a disposizione, il nostro modulo è il 4-3-3 sapendo di poter utilizzare anche il 4-2-4 o il 4-3-1-2 a partita in corso. Poi dipende da come giocano gli avversari». Ha mai allenato un attaccante a 22 anni forte come Belotti? «Io non alleno da trent’anni, dunque non ho un grande metro di paragone, però Niang non era male, come pure Di Vaio capocannoniere al Bologna, anche se aveva una certa età». Uno degli obiettivi della stagione sarà portare Benassi in nazionale? «La politica della società è chiara: valorizzare i giovani e salire in classifica. Non è semplice ma è stimolante: la gente merita l’alta classifica e noi abbiamo il dovere di regalarla». Oggi sono novant’anni dall’inaugurazione del Filadelfia. «E noi speriamo di averlo a disposizione il prima possibile. Quando sono arrivato mi avevano detto che sarebbe stato pronto a ottobre, poi novembre, adesso si parla di marzo. Rischiamo di finire la stagione senza Filadelfia». Che cosa darà il Filadelfia in più al Toro? «Prima fatemelo assaggiare poi ve lo dico. So cosa significa il Filadelfia per la storia; ma un centro sportivo così può porta 7 o 8 punti in più in campionato, al di là dell’affetto emotivo». Sabato è stato il 49° anniversario della morte di Gigi Meroni. Lo sapeva? «Eccome, è stato un talento insuperabile. Non l’ho mai visto giocare ma mi sarebbe piaciuto conoscerlo: mi hanno raccontato che era il George Best italiano, giovane, geniale, un artista. Mi piacerebbe se i miei attaccanti lo imitassero un po’: lo farebbero divertire da lassù». Sabato ha seguito la partita della Primavera. Ha individuato qualche giovane interessante? «Non li devo scoprire: li conosco perché si allenano spesso con noi. Mi piace vederli alla prova»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna e “La Repubblica”.