“Ci siamo. Il Palermo si gioca tutto in novanta minuti. Si gioca la permanenza in serie A, ma anche una fetta del proprio futuro. Si gioca un match ball che sino a un mese fa, quando la squadra era in caduta libera, sembrava impossibile. La frase è una di quelle di cui il mondo del calcio è saturo, ma dire che il Palermo è padrone del proprio destino significa dire il vero. Con una vittoria contro il Verona, i rosa sarebbero certi della permanenza in serie A a prescindere dal risultato di Udine dove gioca il Carpi. Carpi che, in barba alla tesi noi non facciamo polemiche, all’indomani della sconfitta con la Lazio che ha cambiato le prospettive di questa volata finale, ha anche modificato strategia. E così la lunga vigilia che ha portato a questa ultima giornata è stata una vigilia avvelenata. Fatta di polemiche, sospetti, presunti complotti ed esposti. «A noi delle polemiche non importa niente – dice Ballardini – Abbiamo solo pensato a lavorare». Per fortuna questa sera si gioca e la dietrologia lascerà spazio al campo. Al “Barbera” dove i rosa affrontano il Verona e al “Friuli” dove il Carpi se la vede con l’Udinese. Per restare in A, oltre a vincere, il Palermo può anche pareggiare o perdere ma, in questo caso, deve sperare che l’Udinese batta il Carpi. Un arrivo a pari punti, infatti, premierebbe gli emiliani in virtù della migliore differenza reti. «Il Verona verrà qui per giocare una partita vera come è giusto che sia – dice Davide Ballardini – ma noi dobbiamo vincere e mantenere la serie A. Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri tifosi che in tantissimi saranno allo stadio. L’entusiasmo della città è palpabile e noi vogliamo rendere orgogliosi i tifosi». Saranno in trentaduemila, tanti quanti ne può contenere il “Barbera” al netto del settore ospite e dei posti a visibilità ridotta. Il fatto di aver riportato entusiasmo intorno alla squadra rosanero è già un successo. Da una settimana in città non si parla d’altro. I biglietti sono andati esauriti nel giro di un paio di giorni. Un entusiasmo che non si vedeva da anni. Tutto questo però resterebbe fine a se stesso e inutile se questa sera non arrivasse la salvezza. «Sappiamo che questa è una gara nella quale si decide un campionato – dice Ballardini – e ci siamo preparati al meglio. In questo periodo abbiamo fatto bene, ma se fallissimo nessuno si ricorderebbe delle belle partite che abbiamo giocato». La gara di questa sera sarà anche l’inevitabile fine di un ciclo. Contro il Verona giocheranno l’ultima gara in rosanero Sorrentino, Maresca, Vazquez e, forse, anche Gilardino. Insomma tutta la vecchia guardia che ha preso il Palermo da sotto le ruote di un tir e l’ha portato a giocarsi la salvezza. «I senatori – dice Ballardini – hanno dato qualcosa in più. Tutte persone professionalmente affidabili». Il futuro, comunque vada, sarà con Ballardini e Di Marzio. «Siamo come Ficarra e Picone – dice il tecnico – Gianni è Ficarra e io sono Picone. Un binomio che può coesistere» Ma questi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Per i processi ci sarà tempo anche se errori e sopravvalutazioni tecniche sono sotto gli occhi di tutti. Quello che conta è battere oggi il Verona e assicurare al Palermo un futuro dignitosi con o senza Zamparini. Già, perché il presidente, rianimato dal bel finale della squadra, non sembra essere più così certo di lasciare e resterebbe volentieri con l’aiuto di uno degli investitori che hanno manifestato interesse per la società rosanero. Ma oggi si parla di Sorrentino che giocherà in porta, dei centrali che saranno Cionek, Gonzalez e Andelkovic, di Rispoli e Morganella esterni, di Hiljemark e Maresca in mezzo e di Vazquez alle spalle di Gilardino e Trajkovski“. Questo ciò che si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.