Repubblica: “Mancuso il pescatore, all’amo gol pesanti. I rosanero scoprono un’arma in più”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Mancuso e il gol pesante contro l’Ascoli.
Certi acquisti si fanno perché 69 gol tra i cadetti in oltre 200 presenze valgono qualcosa, quando punti alla serie A e hai bisogno di capitalizzare una partita che il Palermo dell’anno scorso non avrebbero mai vinto. Il pescatore, invece, come Leonardo Mancuso, che nel tempo libero tira fuori la lenza e la pazienza di aspettare che qualcosa abbocchi all’amo, sa bene che i risultati arrivano alla lunga distanza. E così, il bomber che dalla provincia era riuscito a punire la Juventus in serie A, ha fatto il suo mestiere con il gol di Ascoli che vale oro. Lui che sembrava quasi dimenticato, stritolato tra un Brunori intoccabile che cerca di sbloccarsi e un Soleri incontenibile.
«Bisogna farsi trovare pronto», si è limitato a dire, in punta di piedi, l’attaccante nato a Milano, ma con un cognome molto siciliano, che nel suo caso affonda le radici a Messina. Con il piglio del 31enne navigato che in B ha fatto gol con il Pescara, l’Empoli, il Monza, il Como e adesso il Palermo, ha aggiunto subito dopo: «Rammarico per lo 0 a 0 di Bari? È già passata un’eternità dalla partita del San Nicola, non dobbiamo pensarci più». È molto posato il classe ‘92, un calciatore che non ama stare sotto i riflettori e quando può suona la chitarra oppure tira fuori la sua canna da pesca e attende con pazienza il momento propizio.
E deve avere osservato a lungo, con l’occhio del pescatore prima di tirare la lenza e colpire l’ex rosanero Viviano con la zampata vincente al minuto ‘92. Perché Mancuso era partito con un brutto infortunio alla caviglia che rischiava di compromettere l’inizio della stagione. E prima di Ascoli, aveva giocato appena 21 minuti, solo nel finale convulso di Bari. Mentre era rimasto a guardare dalla panchina senza mettere piede in campo sia a Reggio Emilia che contro la Feralpisalò. Gli sono bastati 15 minuti per trovare il primo gol in maglia rosanero e lasciarsi andare a un’esplosione di furia agonistica. Del resto, l’attaccante arrivato in prestito dal Monza con la tipica formula di chi si deve conquistare sul campo il riscatto, ha il gol nel sangue.