L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul forte maltempo che sta investendo la Sicilia.
L’uragano Mediterraneo investe la Sicilia orientale e semina inondazione e morte. Quarantotto ore di nubifragi e vento sferzante ingrossano fiumi e torrenti, esondano il Simeto, travolgono campagne e ponti. Gli aranceti della piana di Catania ridotti a una risaia. Il presidente della Regione Nello Musumeci annuncia la convocazione del governo per deliberare lo stato di emergenza e chiedere a Roma lo stato di calamità.
Il punto più critico è Scordia, il paese in cui hanno trovano la morte marito e moglie. È ancora l’inizio del ciclone domenica sera quando Sebastiano Gambera, operaio in pensione, e sua moglie Angela Caniglia, casalinga, 67 anni lui, 65 lei, sono in campagna in contrada “Agliastro”. Un piccolo torrente, asciutto d’estate, si trasforma in un fiume in piena. Investe improvvisamente la Ford Fiesta sulla quale la coppia sta rientrando a casa. Tutti e due, presi dal panico, aprono gli sportelli e in pochissimi attimi vengono trascinati fuori dall’acqua. Alcuni passanti hanno solo il tempo di chiamare aiuto: Sebastiano e Angela svaniscono nel buio. Per tutta la notte e sino alla tarda mattinata di ieri i carabinieri della compagnia di Palagonia, guidati dal capitano Stefano Russo, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno cercano tra il fango e le radici degli alberi abbattuti dal vento sferzante e dalla furia dell’acqua. Poco prima di mezzogiorno il corpo dell’uomo viene ritrovato senza vita due chilometri distante dalla sua auto. Sino a sera dopo, due giorni di ricerche, la moglie Angela risulta invece ancora dispersa.