L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla guerra tra Russia e Ucraina.
Al terzo giorno di guerra i russi hanno lanciato un’offensiva a tutto campo. Hanno pesantemente bombardato la capitale Kiev, dove è stato attaccato anche il Ministero della Difesa, mentre a Kharkiv hanno distrutto nella notte un gasdotto. Il Cremlino ha ammassato 100mila uomini verso la capitale, dopo avere incontrato secondo fonti americane più opposizione di quella che si aspettava: l’invasione ha rallentato rispetto alle strategie di Mosca, in Occidente circolano previsioni di «un lungo conflitto».
Dallo scontro per questa città di 3 milioni di abitanti potrebbe dipendere l’esito dell’avanzata russa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – il quale ha ricevuto una telefonata di solidarietà da parte del Papa – ha respinto l’invito americano a un’evacuazione che sarebbe sembrata una fuga e ha esortato il suo popolo «alla resistenza per il futuro dei nostri figli e della nazione: il combattimento è qui». «Abbiamo fatto deragliare i loro piani», ha detto con un videomessaggio, facendosi inizialmente riprendere davanti a una chiesa del centro. «Siamo sopravvissuti. Volevano conquistarci e installare al potere i loro burattini. Distruggiamo gli invasori».
Soldati e volontari ucraini stanno impegnando gli invasori non solo a Kiev, dove è stato introdotto il coprifuoco notturno e all’alba di ieri un missile ha colpito un edificio di civili, ma pure a Odessa e a Karkhiv. Il ministero della Salute ucraino stima finora 198 vittime tra i propri militari e civili. Mosca, che ha reso noto di avere catturato la città di Melitopol nel sud dell’Ucraina, non fornisce le sue perdite, ma fonti di Kiev le attribuiscono 3.500 morti.