L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Cristiano Lucarelli, tecnico del Catania: «Ci vuole coraggio – dice Lucarelli, che ha firmato un contratto fino a giugno 2021 e ritrova otto giocatori del suo primo ciclo tecnico a Catania – il mio lavoro parte dall’aspetto mentale per coniugarsi con la tattica ed il modo di stare in campo».
Una storia, la prima in rossazzurro, interrotta bruscamente nell’estate 2018, nonostante un campionato da 70 punti e 11 vittorie esterne, conteso al Lecce fino a poche giornate dal termine, e una semifinale play-off persa ai calci di rigore. Ma lo strappo con Lo Monaco era maturato prima ancora che iniziassero gli spareggi per la promozione. Un permesso non accordato alla squadra dall’amministratore delegato del Catania dieci giorni prima di gara 1 con la Feralpisalò, aveva innescato il corto circuito culminato con l’addio di fine stagione, e l’avvento di Sottil. «Ho commesso il più grande errore della mia carriera dirigenziale – ha detto Lo Monaco – nel non riconfermare Lucarelli al termine della stagione 2017- 18». «Vivo la mia professione attendendo sfide stimolanti come questa – aggiunge l’ex centravanti, 6 presenze e 3 gol con la Nazionale azzurra – ed è il principio cardine che ribadisco quotidianamente a mio figlio Mattia, che ha da poco intrapreso la carriera di calciatore. Vincere in Sicilia vale moltissimo – dice Lucarelli, sposato con la livornese Susanna, e padre di due figli – perché c’è anche una valenza sociale che ne amplifica gli effetti. Sono di nuovo qui per cercare di mettere la mia firma su un’impresa».