L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la questione relativa ai diritti tv della Serie A. Ecco quanto si legge:
“Trattativa aperta, ma c’è aria di cause in tribunale. Lettera dell’emittente ai club di A orientati ad assegnare la gara agli spagnoli di Mediapro: “Trattateci come gli altri”. La trattativa per i diritti tv della Serie A va ai tempi supplementari e minaccia di avere esiti rivoluzionari. O disastrosi. All’asta del 22 gennaio, Sky e Mediaset avevano offerto in tutto 762 milioni. Troppo poco per i presidenti dei club che chiedevano 1 miliardo e cinquanta milioni ( in realtà si sarebbero accontentati di 920 milioni). Così hanno dato mandato a Infront di procedere a una trattativa con le due emittenti. Ieri, al termine della trattativa, Infront non è riuscita a rimediare più di 830 milioni, “ colpa” di Mediaset che non aveva messo un euro in più dell’offerta iniziale ( 200 milioni per le partite delle prime sette squadre tranne la Roma). Sky invece per i suoi pacchetti aveva messo 70 milioni in più. La Lega ha così deciso di passare con forza e decisione al piano B: quello del Canale della Lega. E ha aperto la busta di Mediapro, la multinazionale spagnola, molto molto vicina a Infront ( sia nella sua versione attuale, con Luigi De Siervo al comando, sia a quella del bando precedente, targata Marco Bogarelli). Pur essendo la suddetta busta conservata in una cassaforte, i termini dell’offerta erano sostanzialmente noti già da tempo. La neocostituita Mediapro Italy Srl – mettendo a garanzia una lettera della casa “ madre” – si impegna a offrire alla Lega 950 milioni di euro l’anno per tre anni ( più il 50 per cento di revenue share sui ricavi al di sopra di 1 miliardo e 150 milioni di euro) per la distribuzione del Lega Channel. Lo schema, molto simile a un vecchio progetto immaginato proprio da Bogarelli prima e da De Siervo poi, prevede che la Lega, con l’aiuto di Infront e il minimo garantito di Mediapro, produca l’intero campionato e lo venda direttamente agli utenti attraverso le varie piattaforme già esistenti (Sky, Mediaset, Telecom ecc.) a cui pagherebbe una percentuale da stabilire. Se per l’utente, alla fine, cambierebbe poco – continuerebbe a vedere le sue partite sui suoi canali preferiti – per le emittenti sarebbe una rivoluzione epocale. Basti pensare che Sky si ritroverebbe a non essere più un editore ma un semplice distributore, perdendo il ruolo centrale che negli anni si era costruito nel mondo del calcio. Senza considerare le ricadute occupazionali per giornalisti e tecnici, nonché i timori che Mediapro – che a quel punto deciderebbe la politica dei prezzi – possa favorire un broadcaster piuttosto che un altro. E non è un caso che la prospettiva inquieti soprattutto proprio Sky. Che è stata la prima a reagire inviando alla Lega una lettera dai toni collaborativi in cui chiede di essere trattata allo stesso modo di Mediapro. Secondo Sky dal momento in cui gli spagnoli hanno deciso di fare il Canale di Lega non sono da considerarsi più degli “ intermediari indipendenti”, ma dei broadcaster. Esattamente come Sky. Che dunque chiede di poter partecipare allo stesso bando. A molti, leggendo la lettera, è stato chiaro che eventuali ricorsi legali presentati da Sky (i cui esiti, viste le tempistiche, potrebbero essere disastrosi) ruoterebbero proprio intorno alla natura di Mediapro.
Alla fine, l’assemblea di Lega ha preso tempo, decidendo di percorrere le due strade contemporaneamente: nei prossimi giorni da un lato si procederà a perfezionare l’accordo con Mediapro; dall’altro si studierà la bozza di un terzo bando, stavolta “per pacchetti in esclusiva” e non per piattaforma, come i precedenti, nel quale Sky potrebbe decidere se competere con Mediapro o comprare direttamente l’intera Serie A, salvo poi rivenderne una parte (il 20 per cento) ad altre emittenti (Rai?). Insomma, la serie A è a un bivio. Nell’assemblea del 5 febbraio si deciderà quale delle due strade prendere. E allora non si potrà più tornare indietro”.