Il nuovo Palermo prende forma. Sarà una squadra completamente diversa da quella che è arrivata terza in campionato. Forse ridimensionata dal punto di vista degli ingaggi, ma con l’ambizione di aprire un nuovo ciclo. Il solco rispetto al passato sarà netto, al punto che anche i vertici del settore giovanile e lo staff medico saranno cambiati. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione e analizza le parole del direttore generale del Palermo, Fabrizio Lucchesi. «Parlare di obiettivi di mercato è ancora presto – dice Lucchesi – perché le nostre operazioni sono condizionate dalle uscite, visto che abbiamo diverse posizioni da sistemare. Ho già completato un primo giro di consultazioni con i vari procuratori per capire le singole posizioni e aspettative. Dalla prossima settimana si inizierà a sbloccare qualcosa». Prima le cessioni, quindi, con tanti big in lista di partenza. «Non c’è possibilità che resti Rajkovic – spiega Lucchesi – ha rifiutato due anni di contratto a cifre importanti proposti da una squadra di A. Figurarsi se possiamo pareggiare quelle cifre in B. Dobbiamo metterci l’abito che il Palermo negli ultimi anni non ha avuto. Il club ha avuto un’attività aziendale drogata da una realtà che non era quella vera e ne paghiamo le conseguenze, anzi Salvatore Tuttolomondo ne sta pagando le conseguenze. Il Palermo di oggi non può essere il Palermo di ieri, ma sarà ambizioso, spero vincente». I nuovi parametri riguardano tantissimi giocatori. E influiscono sia sulle proposte di rinnovo che sulle cessioni. «Rispoli si aspetta di giocare in A – dice Lucchesi – mi sembra prematuro proporgli un rinnovo, se deciderà di rimanere in B gli farò una proposta, ma dovremo rivedere con decisione la sua posizione. Sarei offensivo se proponessi un contratto diverso a un calciatore che si aspetta di migliorare. Quanto a Nestorovski e Trajkovski sono giocatori fuori dalla nostra portata. Hanno ingaggi così alti che creano problemi anche all’estero. Sono giocatori in uscita, ma sia chiaro: non è che hanno lo sconto. Tutte le componenti dovranno essere soddisfatte, vale a dire club e calciatore». Un concetto chiarito soprattutto al procuratore Davor Curkovic per evitare casi e scontri. A proposito di Bellusci, invece, ci sono squadre di A e B interessate. «Al giocatore ho detto che noi non siamo in grado di pareggiare offerte – ammette Lucchesi – Bellusci percepisce uno stipendio già alto. Se andrà via troveremo un modo per rimborsare il Palermo con lo stesso valore tecnico». Potrebbe rimanere tutto com’è, invece, per i portieri. Con Pomini c’è già un appuntamento per il rinnovo di contratto e con Brignoli si punta ad andare avanti. Con Marino si è parlato anche di aspetti organizzativi del ritiro che sarà diviso in due parti. Si inizia a metà luglio con la prima parte della preparazione in Trentino, poi si va nell’Italia centrale. «Stiamo facendo tutto il classico lavoro pre stagionale – dice Lucchesi – faremo un paio di amichevoli con avversari intriganti». Nel nuovo Palermo non ci sarà Rino Foschi. «Questa è una mia sconfitta e mi dispiace molto – dice Lucchesi – non sono riuscito a sistemare tutto come pensavo. Attribuisco a Rino molta responsabilità. Per sei mesi che è stato proprietario non può comportarsi come un elefante in cristalleria. Fa un po’ fatica a stare nel ruolo che avevamo pensato per lui. Avrò un paio di collaboratori con il diploma da ds e mi occuperò io di tutto. Certamente non sarà Valoti il direttore: voglio capire la sua posizione, è ancora legato al Palermo. Quando è arrivato ha firmato per tre anni e ha lavorato due mesi e mezzo. È una roba che va risolta». Si dovrà aspettare per conoscere lo staff tecnico di Marino. «Per me Di Natale è come un nipote – dice Lucchesi – deve risolvere delle problematiche familiari che secondo me riuscirà a superare. Lo aspettiamo con calma, tanto ufficializzeremo tutto il primo luglio perché alcuni elementi sono sotto contratto con altri club».