Repubblica: “L’incognita Omicron sui piani delle feste. Sos dei sindaci: «Ci vuole un giro di vite»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione pandemica in vista delle feste e facendo i conti con la nuova variante.
Dai medici arrivano messaggi rassicuranti: la nuova variante è arrivata in Italia, ma non appare né più contagiosa né più aggressiva. E spaventa forse più gli amministratori che i medici. « Se non interviene il governo, saremo costretti a introdurre limitazioni anche più restrittive»: parla da presidente di Anci Sicilia, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e per l’Isola ribadisce la richiesta di mascherina obbligatoria anche all’aperto che arriva da tutti i Comuni italiani. « Non è un obbligo particolarmente difficile da rispettare — dice il sindaco — Si tratta di un piccolo sacrificio per evitare conseguenze maggiori». Nello specifico, limitazioni alla movida, controlli più serrati per locali, bar e ristoranti.
Provvedimenti già allo studio, quanto meno per Palermo? Orlando non si sbilancia, ci sarà comunque un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica — dice — che nei prossimi giorni valuterà il da farsi. In prefettura a Palermo, come negli altri capoluoghi siciliani, si lavora. Il governo ha dato cinque giorni di tempo ai suoi uffici sul territorio per predisporre nuovi piani di controllo. Assoutenti invece preme. Chiede il numero chiuso in strade dello shopping, outlet e centri commerciali, con ingressi contingentati e varchi d’accesso presidiati dalle forze dell’ordine. E dall’11 al 24 dicembre, niente manifestazioni all’aperto, sottolinea l’associazione, «per consentire a negozi, bar e ristoranti di lavorare in sicurezza » . Oltre, ovviamente, all’obbligo di mascherina. Su questo, corre in avanti il sindaco di Taormina, Mario Bolognari. Dal 4 dicembre al 9 gennaio, nelle zone più battute dai turisti, coprirsi naso e bocca sarà d’obbligo. Motivo? Il report settimanale dell’Asp di Messina parla di 31 nuovi positivi al Covid: « e sono numeri da zona rossa » , sostiene il sindaco. Anche alla Regione si ragiona su una nuova ordinanza, che stringa le maglie dei controlli per chi arriva dai Paesi considerati a rischio. Ufficialmente però nessuno si sbilancia.
«Lavoreremo su maggiori controlli, sull’utilizzo dei tamponi molecolari, amplificheremo le nostre attività di sequenziamento dei cinque laboratori che riguardano la Regione e si cercherà di controllare ancora più capillarmente il territorio » , annuncia da Catania l’assessore Ruggero Razza. Ma quei dati, fa notare la professoressa Francesca Di Gaudio, responsabile del Centro di controllo qualità e rischio chimico ( Cqrc) del Policlinico Giaccone di Palermo, non basta raccoglierli: è necessario informatizzarli, incrociarli con quelli clinici, sequenziare il maggior numero di tamponi possibile, ma soprattutto studiare i guariti non vaccinati per comprendere la risposta immunitaria autonoma. « L’arrivo delle varianti — dice — non ha comportato un aumento della mortalità, e questo significa che i vaccini funzionano. Più che lanciare l’allarme a ogni nuova modifica del virus, dovremmo sistematizzare le tante informazioni di cui siamo in possesso per capire come sta evolvendo».