Le immagini di Napoli che si ribella al lockdown con la violenza contro i poliziotti e i giornalisti ha fatto il giro del mondo. A due giorni da quelle terribili immagini, l’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto su chi si nascondeva nella folla della manifestazione nella città campana, tra cui anche ultrà, neofascisti e centri sociali che hanno approfittato della protesta per creare scompiglio
Il tam tam parte via whatsapp, fino a radunare circa 1200 persone che attaccano la polizia. Tra loro anche qualche faccia della Camorra. Parte dal nulla l’ordine di incendiare la piazza, poi una moltitudine di scooter che va verso il Palazzo della Regione e verso le 22 parte l’assedio alla Polizia. Bombe carta, fumogeni, assalti contro le camionette della polizia. Molti agenti rimangono feriti, contusi, due 32enni vengono arrestati, hanno precedenti per spaccio di droga.
Alla fine si contano circa 300 intrufolati che volevano solo la scusa per mettere a ferro e fuoco la città, che cavalcano il disagio e la disperazione dei cittadini per la pandemia. Tutto ciò porta al dietrofront di De Luca che chiede che i ristoranti chiudano alle 23 e non alle 18, che chiede aiuti socio economici e soprattutto sparisce la parola lockdown dalla bocca del governatore campano.