L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Alberto Mantovani, immunologo italiano con più citazioni scientifiche:
«Il nostro obiettivo è riconoscere i pazienti che si ammaleranno della forma grave. Abbiamo provato a cercare una prima risposta nella genetica: esistono particolari geni che aumentano il rischio, in particolare quelli sul cromosoma 3 che regolano l’infiammazione o l’interferone, uno degli attori della prima linea della difesa immunitaria contro il Covid. In seconda battuta è stato scoperto, ma non da noi, il ruolo dell’autoimmunità: esistono persone che producono autoanticorpi che minano quella stessa prima linea del sistema immunitario o che aumentano il rischio di trombosi. Oggi con il nostro test abbiamo messo un terzo mattone. Stiamo cercando di fare in dieci mesi quello che per i tumori abbiamo fatto in cinquant’anni».
«Avremo una quota importante di vaccinati in primavera o estate. Nel
frattempo, dobbiamo ricordare che nessun vaccino funziona se non è
accompagnato da responsabilità e solidarietà. Quando avremo le prime
dosi, dovremo mantenere alta la guardia. Non vorrei che l’idea del vaccino vicino ci spinga all’irresponsabilità, come la scorsa estate».