L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, indirizzate all’Unione Europea. «Se non riusciremo a dare una risposta rapida e congiunta alla crisi, davvero metteremo a repentaglio il fondamento stesso dell’Unione ». Tradotto, se i governi non troveranno un accordo sull’emissione di titoli di debito comune, la Ue potrebbe frantumarsi. «I cittadini europei – è il seguito dei ragionamenti del premier – non sapranno più dare una risposta al perché sia utile vivere in una casa comune per trovare più adeguato riparo». Non è un caso, allora, che su iniziativa del governo italiano ieri nove leader hanno scritto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, chiedendo «uno strumento comune di debito». Gli Eurobond, appunto, per rilanciare l’economia europea nel «day after», quando la pandemia sarà superata. Oltre a Conte hanno firmato la missiva Macron e Sanchez. E ancora, i premier di Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Slovenia, Grecia e Irlanda. Quindi, se l’Europa non saprà mobilitare migliaia di miliardi con i Coronabond, le loro nazioni potrebbero crollare, imboccando la strada del sovranismo che metterebbe fine all’Unione europea. Conte ha aggiunto che «dobbiamo mettere da parte qualsiasi forma di egoismo nazionalistico e fare un passo avanti anche con strumenti innovativi e straordinari». Inoltre si discute degli Eurobond, la risposta di lungo termine alla recessione che per i nove della lettera resta fondamentale per la tenuta dell’Unione.