Repubblica: “L’esodo. Un milione in fuga dall’inferno della guerra: “Via per non morire”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui profughi in fuga dall’Ucraina.

All’ottavo giorno di guerra l’esodo verso le frontiere del mondo libero e in pace prende proporzioni bibliche. Un milione e mezzo di persone hanno lasciato l’Ucraina sotto le bombe. Quelle che alle dieci di sera hanno traversato i varchi meridionali e occidentali — gli ingressi in Polonia e Slovacchia, in Ungheria, Romania, Moldavia — sono almeno un milione e duecentomila. File di auto e uomini a Hrebenne, a Medyka, giù in Romania a Seghit. A questi numeri, presi dalle polizie di frontiera e approdati all’Alto commissario per i rifugiati, bisogna aggiungere, però, l’esodo dei russi, il loro ritorno in patria a est. E questi volumi i ministri di Putin non li hanno resi pubblici. Ecco, il movimento in uscita dall’Ucraina oggi è di un milione e mezzo di donne, bambini e pochi vecchi: gli scampati alle persecuzioni naziste a Kiev, per esempio. Chi ha più di 18 anni e meno di 65 non è potuto uscire, ha dovuto prestare le braccia alla difesa dell’Ucraina.

«In quarant’anni di assistenza umanitaria non ho mai visto nulla di simile», dice Filippo Grandi, il commissario dei “refugees”. La particolarità dell’esodo innescato dai carrarmati di Putin è la sua velocità. Per venire via dalla Siria, alla fine del 2011, le popolazioni bombardate da Assad (con l’aiuto degli aerei della Russia) scelsero sì l’esilio e alla fine la[1]sciarono il Paese in novecentomila. Impiegarono, però, tre mesi a raggiungere quella cifra, mentre «qui è avvenuto tutto in otto giorni». È ancora Grandi a parlare, e il peggio è tutto davanti. «I profughi causati dalla guerra in Ucraina potrebbero essere più di 10 milioni». La stima è
del portavoce del segretario generale delle Nazioni unite, Stéphane Dujarric. Accadrà «se le ostilità continueranno».