L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Vittorio Demicheli, epidemiologo e direttore sanitario dell’Ats di Milano:
«Da giugno abbiamo ripreso per gradi le attività produttive e sociali. Man mano che aprivamo, è aumentata la probabilità che i casi tornassero a crescere. L’Italia ha potenziato molto la capacità di tracciamento ma purtroppo quando si raggiunge un certo volume di contagi, come è successo in altri Paesi europei, la tracciatura, cioè la capacità di identificare i sintomatici attraverso i tamponi, si scontra con un limite.
«Non si riescono ad individuare tutti. Se un ragazzino da solo fa mettere in quarantena 50 compagni di scuola, sport e attività varie, ci vogliono oltre tre ore per fare l’intervista per l’indagine epidemiologica. Così, quando abbiamo trovato tutti i contatti, c’è chi ha già contagiato qualcun altro».