Repubblica: “L’epidemia. La curva dei contagi rallenta da tre giorni. Gli scienziati sperano. Conte: «Primi risultati»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul rallentamento della curva dei contagi. Il totale delle persone colpite da Covid-19 ieri è salito a 69.176, cioè 5.249 in più rispetto a lunedì. L’aumento è dell’8,2% e probabilmente adesso è questo il numero che bisogna osservare con maggiore attenzione. Appena sei giorni fa era molto più alto, quasi doppio visto che allora restava un pelo sotto il 15%. Significa che l’incremento c’è ancora ma è più basso e negli ultimi due giorni è praticamente rimasto identico (tra lunedì e domenica è stato dell’8,1%). Gli esperti comunque sono speranzosi. «Possiamo parlare di un trend incoraggiante», dice Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa ingaggiato dalla Puglia per l’emergenza. «Dobbiamo però sempre avere ben chiaro che parliamo di un’epidemia che colpisce in modo diverso nel Paese: ci possono essere zone nelle quali cresce e altre nelle quali ha iniziato a calare sensibilmente. Per questo il dato nazionale va preso con cautela. Aspettiamo il momento in cui i casi diminuiranno dappertutto». Avverrà dopo che sarà stato scollinato ovunque il picco. Cioè quando il numero assoluto dei nuovi casi giornalieri sarà inferiore a quello precedente. Una tendenza che dovrà durare a lungo per disegnare la parte discendente della curva epidemica. Dalla Lombardia, dove fa parte della task force per l’emergenza, l’epidemiologo Vittorio Demicheli aggiunge: «È chiaro che ha rallentato, anche se un po’ è dovuto al numero di tamponi che si è ridotto. In Regione analizziamo dati che non tengono conto del giorno in cui arriva la risposta al test dal laboratorio ma dell’inizio dei sintomi di chi poi risulta positivo. Lì si vede con chiarezza che i nuovi casi si sono molto ridotti dove il virus ha iniziato a colpire prima, cioè zona rossa e province di Lodi, Brescia e Bergamo». Demicheli chiede pazienza. «Diciamo pure che l’Italia probabilmente sta fermando la progressione ma abbiamo il dato empirico della Cina dove con un blocco ancora più drastico del nostro ci sono voluti oltre due mesi per fermare il coronavirus e arrivare a zero casi. Mettiamoci il cuore in pace, sarà ancora lunga». Secondo Gianni Rezza, responsabile delle Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità «sono necessari altri giorni per valutare bene il trend. Fortunatamente non c’è più il fortissimo tasso di incremento dell’inizio però sono convinto che ci siano ancora tanti infetti che non hanno diagnosi. Poi dobbiamo osservare cosa accadrà nel Centro-Sud». Ieri il presidente Conte ha detto: «I risultati si vedono ». E spiega Walter Ricciardi del Comitato tecnico della Protezione civile: «Certo che però nel resto d’Italia crescerà ancora. Questa settimana al Centro-Sud vedremo ancora incrementi, anche se continua a decrescere l’aumento del Nord. Dalla prossima invece diminuirà il Nord e anche l’aumento del Sud. Tra due settimane diminuirà ancora di più il Nord e il resto del Paese si stabilizzerà. Aprile insomma sarà il mese fondamentale».