“La prima mossa è stata forse la meno evidente. Mentre tutte le attenzioni sul Palermo di Roberto Stellone si sono concentrate sulla coppia d’attacco formata da Nestorovski e Puscas, è stato dalla difesa che l’allenatore rosanero ha iniziato a cambiare la sua squadra. Sin dalle prime esercitazioni delle prime sedute di allenamento dopo il suo insediamento, Stellone ha riportato la linea a quattro, organizzando delle esercitazioni particolari per uscire fuori dal pressing degli avversari senza perdere il controllo della palla. Un aspetto sottolineato dallo stesso allenatore nel post partita contro il Crotone, squadra che è riuscita a tirare da dentro l’area di rigore rosanero solamente due volte con Barberis, quando ha fatto i complimenti ai suoi giocatori per la fase difensiva oltre che per la ventina di tiri effettuati. Salvi, Bellusci, Rajkovic e Aleesami hanno goduto della protezione di tre mediani puri come Murawski, Jajalo e Haas. I puristi del calcio si lamenteranno per l’assenza di un regista, ma Stellone ha fatto i conti con le caratteristiche della rosa che ha trovato. Anche Tedino ha schierato tre mediani a Brescia, ma i compiti che assegnava erano più da mezzali che da giocatori esclusivamente di quantità. Prima della sconfitta, che gli è costata l’esonero, l’idea di Tedino, oltre che aspettare il ritorno di Chochev, era quella di impiegare comunque un giocatore più tecnico: ci ha provato con Falletti e Fiordilino. Stellone non ha abbandonato del tutto l’idea dei mediani a protezione nemmeno quando ha provato a forzare la situazione sostituendo Haas con Rispoli e riportando la difesa a tre con gli esterni larghi e lasciando Jajalo e Murawski davanti alla difesa. L’altro aspetto che testimonia il cambiamento del Palermo nel passaggio dalla gestione Tedino a quella Stellone è l’indice di pericolosità che andava cercando l’ex allenatore rosanero e che di colpo ha trovato il tecnico romano. Contro il Crotone i rosanero sono andati alla conclusione ventiquattro volte, per dieci di queste da dentro l’area di rigore. Contro il Brescia le statistiche erano decisamente diverse: otto tiri complessivi e quattro dall’area. Anche contro il Perugia, migliore partita della gestione Tedino con il 4- 1 rifilato agli umbri, i tiri complessivamente sono stati dieci con una precisione impressionante visto che cinque sui quattro gol segnati sono stati tiri fatti da dentro l’area di rigore. Sembrerebbe che a Stellone sia bastato aggiungere un attaccante al posto di un difensore centrale per trovare maggiore peso in attacco. In realtà non è proprio così: è vero che l’idea delle due punte fino a questo momento non era quasi mai stata presa in considerazione da Tedino, mentre per Stellone è stata una delle prime mosse dopo l’accorgimento preso in difesa, ma è altrettanto vero che basta guardare la densità delle mappe statistiche, con la copertura del campo da parte dell’intera squadra, per capire come Stellone sia riuscito a convincere tutti e undici i suoi giocatori sul terreno di gioco a giocare più corti fra i reparti e con più propensione offensiva rispetto a quanto capitato fino ad ora”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica” sul cambiamento tra Tedino e Stellone.