Repubblica: “Le due vite del “Pocho” Melillo, da Baires al rilancio in Sicilia”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Ezequiel Alejandro Melillo, trequartista dell’FC Messina. Da quando il talento argentino è rientrato a pieno regime, dopo l’infortunio al piede sinistro che lo ha tenuto a lungo ai box, i giallorossi hanno inanellato 6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, raggiungendo il quarto posto alle spalle di Palermo, Savoia e Giugliano nel girone I di serie D. Nato a Buenos Aires, è cresciuto con il pallone tra i piedi nel suo “barrio”, ispirandosi a Juan Roman Riquelme, da sempre il suo idolo, approdando nel settore giovanile del Boca Juniors a soli 7 anni. Dopo 5 anni si è trasferito al River Plate, nonostante la storica rivalità, per poi passare al Tigre, dove ha esordito in massima serie. A 16 anni la svolta, il richiamo dell’Italia, il Paese d’origine del papà, e quella voglia irrefrenabile di sfondare in Europa. Un campionato d’Eccellenza vinto con il Palestrina, un provino con il Napoli che non è andato come lui sperava e la voglia di mollare tutto. Che però durò solamente un attimo. Ezequiel, ” El Pocho”, come lo chiamano sin da bambino, non ha potuto dire di no alla chiamata del Racing Club de Avellaneda e dell’Argentina. Lì, seppur giovanissimo, ha toccato con mano il grande calcio, accarezzando il sogno di affermarsi ad altissimi livelli: la Primera Division, la Copa Libertadores, in una squadra in cui giocavano campioni del calibro di Diego Milito e del campione del mondo Mauro German Camoranesi, e poi Zuculini e Centurion, anche loro con un passato in Italia. Ma proprio nel momento migliore, un brutto infortunio lo ha costretto ad un lungo stop, un calvario che gli ha impedito di spiccare il volo. La sua compagna era incinta, la voglia di rilanciarsi tanta, e Melillo aveva bisogno di garantire un futuro stabile alla sua famiglia. Così, a tendergli una mano, nel momento del bisogno, fu la voce amica e fraterna di Facundo Ott Vale, anch’egli argentino, suo coetaneo ed ex compagno di squadra nel Palestrina. Nel frattempo Facundo era sbarcato in Sicilia, precisamente a Troina, in una società che aveva dato una chance a ben 18 calciatori stranieri, affidandosi al tecnico Giuseppe Pagana, oggi alla guida dell’Acireale. In Eccellenza Melillo fece faville, 16 gol e 12 assist, e la vittoria della Coppa Italia, con una doppietta in finale che regalò al Troina una storica promozione nel campionato nazionale di serie D. E nel massimo torneo dilettantistico ” El Pocho” si è confermato: 3 gol e 9 assist nelle prime 16 partite, ma poi un altro infortunio, questa volta la rottura della tibia, lo ha tenuto fermo fino al termine del campionato.