L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione del Catania tra campo e società nei guai.
Mentre la squadra gioca con profitto e pareggia 4-4 a Campobasso, dove centra il settimo risultato utile di fila, con altri tre gol messi a segno dal capocannoniere della C Luca Moro, a distanza di un anno e mezzo la procura del tribunale di Catania chiede nuovamente il fallimento del Calcio Catania. Lo fa con un’istanza firmata anche questa volta dal pm Fabio Regolo, depositata nei giorni scorsi presso la sezione fallimentare e su cui il tribunale ha fissato l’udienza pre- fallimentare alle 9 del 16 novembre. Nel Maggio 2020 la Procura rilevava la situazione di criticità finanziaria del club allora gestito da Pulvirenti, oggi nella lente di ingrandimento della nuova procedura pre- fallimentare c’è finita la gestione di Sigi, che a seguito dell’acquisizione nel luglio 2020, da bando del tribunale, delle azioni del Calcio Catania, aveva poi ottenuto dalla procura, nell’agosto 2020, la desistenza dall’istanza di fallimento.
Adesso come finirà? La sensazione è che se il club rossazzurro riuscisse a sanare nell’immediato la messa in mora proposta dai tesserati, per il mancato pagamento degli stipendi, l’istanza di fallimento potrebbe non determinare conseguenze giuridiche. Se infatti il presupposto centrale fondante la duplice iniziativa della procura è il debito erariale, nel frattempo ridotto di 1 milione di euro da Sigi, allo stesso modo la procura potrebbe nuovamente desistere dall’istanza, come già accaduto nell’agosto 2020, ma a condizione che i soci di Sigi ricapitalizzino immediatamente il capitale sociale, provvedendo ad estinguere l’arretrato maturato con i calciatori. Il colpo di scena potrebbe materializzarsi per vie esterne, con l’immissione di capitali freschi da parte di un fondo straniero, di matrice europea, con cui intercorre una trattativa per la cessione del club, giunta a uno stadio avanzato. I prossimi giorni saranno determinanti, anche perché l’11 novembre scadono i venti giorni dalla messa in mora e, in caso di mancata regolarizzazione dei pagamenti, seguirebbe il ricorso al Collegio arbitrale per lo svincolo d’ufficio: circostanza che determinerebbe la perdita del capitale del club, rappresentato appunto dai cartellini dei calciatori.