Repubblica: “L’attentato a Gentile, fino a pochi mesi fa capitano del Foggia «Qui c’è bisogno di essere accondiscendente e di farti degli amici. E io non ne sono capace»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Federico Gentile, calciatore del Foggia, vittima di un’intimidazione compiuta nella notte tra martedì e mercoledì. La porta di ingresso della sua casa è stata cosparsa di liquido infiammabile e bruciata.
«Non riesco ancora a spiegarmi come mai mi sia svegliato improvvisamente: ho visto le fiamme e del fumo nero che entrava in casa. Ho aperto leggermente la porta e ho chiesto aiuto a un vicino. Insieme abbiamo spento l’incendio con alcuni secchi d’acqua. È il gesto di qualche delinquente. Non si può parlare di gente normale».
«Al momento posso solo dire che mi è stato chiesto di togliermi la fascia da capitano, fascia che ho onorato al massimo. Tutto questo all’inizio della stagione calcistica in corso. Mi sono arrivati messaggi chiari da parte di alcuni tifosi che sono venuti al campo. Mi hanno fatto capire che dovevo fare un passo indietro, così loro avrebbero lasciato tranquilla la squadra. E io li ho assecondati. Un gruppo è contro l’attuale proprietà e mi identificano come un uomo di questa presidenza. Sono arrivato a Foggia nella passata stagione e la dirigenza mi ha presentato come primo giocatore. Io ho sempre aiutato la squadra anche con una veste diversa dal semplice calciatore, ovvero quella di collaboratore tecnico. Mi sono impegnato, ho lavorato 24 ore al giorno per contribuire anche al salto di categoria del Foggia».
«Sapevo a cosa andavo incontro, ma impegnandomi e facendo il mio lavoro pensavo di fare la sola cosa giusta. Qui a Foggia non funziona così. Qui c’è bisogno di essere accondiscendente e di farti degli amici. E io non ne sono capace. Lasciare il Foggia? Sto decidendo. È una scelta molto difficile, ma non posso più mettere a rischio la mia famiglia. Adesso, a caldo, l’idea è questa, nonostante mi stanno dicendo in tantissimi di non mollare. Anche gli stessi tifosi, quelli sani, e i miei compagni di squadra. Tutti mi hanno chiesto di rimanere».