L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla tragica situazione di Alex Zanardi. «Sono ore decisive, non sappiamo come ce lo ridaranno. Alex lotta e noi con lui. Passate le 72 ore cruciali, se domani (oggi per chi legge, ndr) i parametri vitali non si complicheranno allora potremo dire di avere una speranza in più, un’alta possibilità che ce la faccia. Ci attacchiamo a questo, ma dipende da come si risveglierà. È ancora presto per tutto, per risvegliarlo dal coma, per escludere ogni cosa. Ci affidiamo ai medici e sogniamo solo di riaverlo presto». E’ così che parla Barbara Manni, sorella della moglie di Alex. Zanardi è sedato e ventilato meccanicamente. «Non doveva pedalare, non era previsto. Ma sai com’è, gli atleti di casa, il sindaco locale, gli hanno detto che faceva piacere la sua presenza. Così lui ha raggiunto la tappa per fare appena 20 km prima della festa e invece… il destino. Io ero in macchina dietro, a qualche minuto, così come Daniela. Nel gruppo c’era qualche ciclista venuto a salutarci e che poi si è dileguato: a quel punto Alex era solo, avanti. Quando arrivando abbiamo realizzato cos’era successo ci siamo sentite male».