Repubblica: “L’anno zero dei rosa. Obiettivo promozione e un futuro da scrivere”
“Alla vigilia dell’avvio del campionato di serie B, Maurizio Zamparini ha ribadito il suo concetto: «Abbiamo tutte le carte in regola per essere promossi. Anzi, il Palermo vincerà il torneo con dieci punti di vantaggio». Una previsione che, in termini certamente meno perentori e roboanti, è suffragata dal giudizio degli addetti ai lavoro che danno i rosa favoriti alla vittoria finale del campionato. Probabilmente sarà così e il Palermo sarà veramente una delle protagoniste del campionato, ma sbaglierebbe chi pensasse che la serie B che inizia questa sera con la sfida allo Spezia sarà la passeggiata di salute che è stata l’ultima promozione del 2014 quando il Palermo allenato da Iachini vinse il campionato con cinque giornate d’anticipo battendo record su record. Del resto quello era il Palermo di Sorrentino, era il Palermo di Barreto, di Vazquez, di Belotti, di Dybala, di Hernandez. Insomma, era un Palermo molto diverso da quello di oggi che appare una squadra ancora da decifrare sino in fondo e soprattutto una formazione con tanti punti interrogativi che nascono dalla poca dimestichezza con il calcio italiano di alcuni tra i nuovi arrivati e con un organico sicuramente da completare e che rischia ancora di perdere pezzi pregiati: primo tra tutti Andrea Rispoli. Una squadra che, se è vero che può contare su elementi che in B possono fare la differenza, è altrettanto vero che ha tanti punti interrogativi da sciogliere. Molti dei rosa sono chiamati alla prova d’appello dopo un campionato incolore e deludente come quello che ha portato alla retrocessione dello scorso anno. Posavec, ad esempio, è una scommessa dopo le prestazioni dello scorso anno che lo avevano portato alla panchina. Stesso discorso vale per Jajalo e Chochev attesi sempre all’esplosione finale ma sino ad oggi mai rivelatisi decisivi. Trajkovski ogni anno sembra partire con il piede giusto e poi, regolarmente, si perde. Struna, del quale Tedino parla benissimo, sembra giocare ad alti livelli solo quando è lontano da Palermo e preferibilmente con la maglia del Carpi. Per altri, invece, si tratta di dare conferme a quanto visto lo scorso anno. È indubbio che Nestorovski può rappresentare un valore aggiunto, così come può essere considerato Aleesami (soprattutto quello d’inizio e fine stagione dello scorso anno). Lo sarebbe sicuramente anche Rispoli qualora restasse e soprattutto fosse contento di rimanere in rosanero. Può esserlo anche Nino La Gumina che è partito bene mettendosi già in evidenza. Discorso a parte meritano i nuovi acquisti. Alcuni sconosciuti o quasi come la pattuglia di giocatori polacchi arrivati alla corte di Tedino, altri in attesa di riscatto come Bellusci appena retrocesso con l’Empoli, altri ancora in cerca delle definitiva consacrazione come Coronado. Insomma, il Palermo di Tedino sembra tutto da scoprire. E, a proposito di Tedino, il tecnico si gioca anche lui una grande opportunità. Tutti ne parlano benissimo e le prima cose fatte vedere in campo sembrano dargli ragione. Ma la strada è lunga e soprattutto dovrà fare i conti con la variabile Zamparini che ha usato per il suo conterraneo le stesse parole di elogio che gli abbiamo sentito pronunciare per, giusto per restare all’ultimo anno senza fare una faticosa e affollatissima di nomi digressione nel tempo, con De Zerbi. A Tedino il compito di rimanere impermeabile ai diktat di Zamparini. Cosa che, guardando ad esempio la scelta di lasciare Diamanti fuori rosa, non sembra esercizio facile. Ma è inutile negare che, oltre a quella che si disputa in campo, questo Palermo gioca una partita altrettanto difficile per quanto riguarda le vicende societarie. Zamparini che giovedì è arrivato in incognito in città, va ripetendo che vuol vendere, ma sino a questo momento le frasi che gli sentiamo ripetere ormai da anni sono rimaste tali. Solo parole. Nel frattempo, in attesa che lo studio legale incaricato dal patron tratti con Cascio e con Baccaglini e, probabilmente anche con Viola, a guidare la società resta Zamparini e la frattura tra squadra e città è evidente. I 1.700 abbonamenti (la cifra non è ancora ufficiale ma dovrebbe comunque essere sotto quota duemila) sono la testimonianza di un ostracismo nei confronti del patron, ma anche un disinteresse per una formazione che lo scorso anno ha giocato solo quattro partite quando la retrocessione era praticamente già segnata. Per il Palermo quindi è l’anno zero. Un’annata che, in campo così come in società, potrebbe essere di svolta e di rilancio o che, al contrario, potrebbe segnare un’altra stagione all’insegna del galleggiamento e della sopravvivenza senza sussulti”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.