Repubblica: “L’agonia della Sampdoria in ostaggio di Ferrero con la paura di sparire”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla crisi in casa Sampdoria.
Sei. Numero che i tifosi della Samp cancellerebbero volentieri. Sei, come gli acquisti promessi dal patron Ferrero a novembre in un’intervista: quando annunciava il suo “provvidenziale” ritorno, criticava pesantemente il presidente Lanna e il cda per come avevano gestito le cose in sua assenza, spiegava come avrebbe condotto in salvo il club blucerchiato, sul campo e sul piano economico, chiedendo alla gente una tregua nei suoi confronti, stop necessario per sistemare tutto e poi vendere la società, salvo poi sparire di nuovo, classificare ad “una tantum” il suo blitz genovese di ottobre, quando trascorse mezz’ora dentro lo stadio durante Sampdoria-Roma, prima di fuggire dalla folla inferocita, passare dai sei acquisti indispensabili ad un “fuori tutto”, un ultimo giorno di mercato in cui i dirigenti, per fare cassa, avessero potuto avrebbero venduto anche i mobili della sede e comunque sono stati costretti a offrire giocatori a prezzi stracciati, cedendo il solo Sabiri per 2 milioni alla Fiorentina.
Sei. Come le assemblee degli azionisti andate deserte con quella di ieri, fra dicembre e gennaio, e sempre per lo stesso motivo, i detentori del pacchetto di maggioranza che non si presentano, gli esponenti della famiglia Ferrero, non Massimo, l’ex presidente, ma la figlia Vanessa e il nipote Giorgio, un’assenza che rende impossibile lo svolgimento della riunione e la conseguente (e vitale) ricapitalizzazione prevista all’ordine del giorno. Per sei volte il cda ci ha provato, ma i Ferrero non si sono mai visti, dimostrando che il progetto di un prestito da 35 milioni (da fondi statunitensi sull’esempio di quanto sta accadendo all’Inter) con le azioni della Sampdoria in pegno in caso di non restituzione, era un’idea irrealizzabile, tesa, probabilmente, solo a guadagnare tempo.