“Le cose sono due: o la procura si è sbagliata di grosso o Maurizio Zamparini e Giovanni Giammarva hanno compiuto un miracolo. Sì, perché la differenza tra i sessantatré milioni di buco stimati dai magistrati e i ventiquattro sempre sostenuti dai dirigenti di viale del Fante c’è una bella differenza. Così, alla luce del pronunciamento del tribunale fallimentare, si può tranquillamente dire che Zamparini e i suoi più stretti collaboratori escono nettamente vincitori da quello che è il primo round della vicenda rosanero. Sì, il primo round visto che proprio la quarta sezione fallimentare nel decreto di rigetto dell’istanza avanzata dai magistrati scrive di aver tenuto fuori tutta la vicenda relativa al marchio della società rosanero. Un punto non indifferente se si considera che, proprio nei quaranta milioni legati ad Alyssa, c’è tutta l’enorme differenza tra l’accusa della procura e la difesa del Palermo. Difesa che ha dato i suoi frutti. Zamparini ha azzeccato almeno un paio di mosse fondamentali. La prima, la più importante, quella di nominare un professionista esperto come Giammarva alla presidenza. La seconda mossa è stata quella di dimostrare buona volontà iniziando, per esempio, a pagare i debiti con l’erario. Ma, come detto, quella del patron rosanero è una vittoria importante e fondamentale per il futuro della società ma, al tempo stesso, di sicuro non definitiva. Perché questo successo diventi un trionfo assoluto bisognerà, infatti, attendere l’esito dell’inchiesta penale che vede il proprietario della società indagato con altri sette soggetti per sei capi d’imputazione. I magistrati che conducono l’inchiesta penale sono gli stessi – ai quali va aggiunto il sostituto Dario Scaletta – che hanno firmato l’istanza di fallimento. Per conoscere il futuro di Zamparini bisognerà ancora attendere, ma intanto è certo che, una volta liberato dalla zavorra dell’ipotesi del crack, il patron potrà meglio condurre le trattative per la cessione della società. Trattative che, per ammissione dello stesso Zamparini, avevano bisogno del pronunciamento della quarta sezione fallimentare. Chissà se adesso Zamparini venderà realmente o vorrà giocarsi sino in fondo la carta della promozione in serie A. Una promozione che, pronti via, varrebbe 40 milioni di diritti televisivi che servirebbero per mettere definitivamente a posto i conti, ma che certo non potrebbero essere investiti per allestire una formazione competitiva nella massima serie. Investimenti dei quali il Palermo attuale allenato da Tedino avrebbe sicuramente bisogno in maniera massiccia per non sfigurare in serie A. Insomma, sembra un cane che si morde la coda con una unica certezza: per assicurare un futuro roseo al Palermo servono grandi investimenti. Resta da capire se Zamparini – che come dice la super perizia del tribunale da sei anni non mette un euro nella società – avrà la possibilità, la forza e la voglia per fare fronte a questa situazione di fatto”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.