L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo che frena in casa la corsa playoff.
Un altro 0-0, come l’eterno ritorno dell’uguale. Doveva essere la prima delle quattro partite in casa per capitalizzare un calendario tutto sommato favorevole e cercare di fare quei 12 punti che potrebbero bastare per l’ottavo posto. E invece il “pareggino” con il Cosenza conferma una costante di questa stagione del Palermo: ogni volta che la squadra di Corini è chiamata a fare il risultato al “Barbera”, soprattutto quando non gioca contro una big, qualcosa si inceppa e i rosa fanno molto possesso sterile senza riuscire a segnare. Per spiegarlo basta un dato. È la sesta volta su 16 partite che il Palermo resta a secco in casa. Prima di allora era successo contro il Cittadella, contro il Como e contro la Ternana, tutti pareggi a reti bianche, in cui i rosa hanno trovato squadre che si chiudono molto e, con pazienza, sfruttano le ripartenza e i momenti di debolezza che concede il Palermo nella frustrazione.
In casa il Palermo ha segnato 20 gol, solo uno in più dei 19 in trasferta, ma ben 8 sono concentrati in due partite, 3 contro il Pisa e 5 rifilati al Modena. Nelle altre 14 partite il Palermo ha segnato solo 12 reti, gran parte dei quali nelle partite contro le big che sono cadute al “Barbera” (Genoa, Cagliari, Parma, Bari e Reggina), contro le quali i rosanero hanno potuto impostare una gara con difesa e ripartenze molto veloci. A questo si aggiunge un’altra circostanza fortemente simbolica e cioè che il bomber Matteo Brunori, ieri a secco, tra le mura amiche ha segnato solo 5 delle sue 14 reti, tre delle quali su rigore, e l’ultima su azione contro il Genoa, che risale addirittura a settembre scorso.