L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma in merito al probabile arrivo della zona arancione.
Le sorti della Sicilia si giocano nelle prossime 24 ore: sarà il bollettino di oggi a stabilire l’ingresso o meno in zona arancione da lunedì. Sfondati i primi due indicatori (incidenza settimanale dei nuovi casi Covid e occupazione nei reparti ordinari), basta una manciata di pazienti in più in Rianimazione per far scattare le nuove restrizioni.
Ad attendere con il fiato sospeso sono soprattutto i medici in trincea, alle prese con i focolai sempre più numerosi in corsia e persino con la mancanza di farmaci salvavita. Il tracciamento è in tilt e cresce il numero di isolati a casa: 139.482. Le 153 Usca non riescono nemmeno a convocare per il tampone chi è prossimo alla fine della quarantena. Ieri l’assessore alla Salute Ruggero Razza, riconvocato in commissione Sanità all’Ars, ha annunciato che oggi avrebbe convocato i medici di famiglia per chiedere loro di occuparsi dei casi meno gravi e dell’esecuzione dei test a domicilio o nei drive-in. Ma la soluzione prospettata dal presidente regionale della Federazione dei medici di medicina generale, Luigi Galvano, è diversa: « Chiediamo che le persone in quarantena possano recarsi autonomamente, dietro presentazione di un’autocertificazione, nei drive in da istituire in tutti i presidi sanitari, non solo nei grandi hub».
Al momento la procedura prevede che i quarantenati aspettino la convocazione via mail da parte delle Usca per presentarsi al drive-in, senza il rischio di incorrere in sanzioni per violazione delle norme anti-Covid. Ma la mail spesso non arriva nei tempi previsti. Talvolta non arriva mai. E così solo in provincia di Palermo ci sono 16mila “prigionieri” della quarantena.