Paquetà, centrocampista del Milan, al suo arrivo in rossonero era stato descritto da molti addetti ai lavori come un potenziale crack. Il centrocampista però non è riuscito a esprimere il suo potenziale a Milano ed ha perso il posto nell’undici titolare. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione sul giocatore brasiliano, che è sicuramente nel suo periodo più buio della sua esperienza milanese. Domenica il giocatore in preda allo sconforto, ha passato il pomeriggio in clinica per un malessere, nel mentre i suoi compagni agguantavano i tre punti contro l’Udinese all’ultimo minuto con un gol di Rebic. La saudade colpisce vari brasiliani e Paquetà ha anche paura di perdere il posto in Nazionale, dove ha indossato recentemente la maglia numero 10 della Selecao. Per evitare ciò, ieri il suo procuratore, Edorardo Uram, ha incontrato i vertici del Milan per discutere una sua possibile cessione. Il possibile trasferimento però risulta complicato, il giocatore l’anno scorso il trasferimento del giocatore era stato pagato circa 38 milioni di euro, oggi nessuno sembra avvicinarsi a tale prezzo. Così lui si sente prigioniero: del rischio di ritrovarsi ai margini di tutto e della speranza di finire altrove, magari a Parigi, per risorgere e per respingere l’assalto di Rodrygo, funambolo del Real Madrid, nella corsa a una maglia del Brasile in Coppa America.Per Milan-Udinese, all’ora di pranzo, Paquetà si accomoda in panchina: è la sesta volta consecutiva, la quarta nel 2020. È inevitabile rimuginare: a novembre portava il numero 10 del Brasile, contro Argentina e Corea del Sud, e ai coreani aveva pure fatto gol. Il cuore batteva forte, quel giorno: per l’emozione. Stavolta la sensazione è un’altra: è un malessere generale. La visita nella sala medica di San Siro si impone per prudenza: tutto regolare. Lo scrupolo suggerisce un ulteriore controllo precauzionale in clinica, dove Paquetà arriva su un’auto della società. Per fortuna i medici lo rassicurano subito, può tornare a casa.