Repubblica: “La rivolta degli sportivi: “No war”. Finale Champions verso il trasloco”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla guerra in Ucraina che crea ripercussioni anche sullo sport.

La «guerra su vasta scala, iniziata dalla Russia», come ha scritto Andriy Shevchenko sui social, sta avendo potentissime ripercussioni su tutto lo sport europeo. L’aggressione contro Kiev ha generato un effetto a catena di reazioni, proteste, boicottaggi. E richieste drammatiche, come quella di Ruslan Malinovskyi, attaccante dell’Atalanta, che ha postato su Facebook gli estremi bancari per le donazioni a sostegno dell’esercito ucraino a nome dell’ong “Come Back Alive”, impegnata nel crowdfunding per finanziare le operazioni militari nel Donbass. Ieri, contro l’Olympiacos in Europa League, Malinovskyi ha messo a segno due gol e mostrato una sotto maglia con la scritta “No war in Ukraine”. Stesso messaggio portato in campo da Napoli e Barcellona. La quaterna arbitrale, russa, ha però evitato di mostrarsi dietro lo striscione. Il Comitato olimpico internazionale ha condannato «la violazione della tregua olimpica da parte del governo russo». La tregua olimpica, come da tradizione, è iniziata sette giorni prima dei Giochi invernali e terminerà sette giorni dopo la chiusura (in calendario il 13 marzo) dei Giochi paralimpici di Pechino. Il fronte più caldo è comunque quello del calcio. Stamane una riunione straordinaria dell’esecutivo Uefa esaminerà le conseguenze del conflitto sulle competizioni europee e soprattutto sulla disputa delle finali di Champions League a San Pietroburgo (28 maggio) e di Supercoppa europea a Kazan nel 2023.

L’aggressione russa rischia di mettere in discussione anche l’accordo di sponsorizzazione con il colosso del gas russo Gazprom, rinnovato dalla Uefa pochi mesi fa. Lo sport ucraino resterà fermo per almeno trenta giorni, e chi può sta provando a fuggire. È bloccato a Kiev, in attesa di un volo, l’allenatore dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi. Con lui i suoi otto collaboratori italiani: «Non siamo venuti in Ucraina a fare gli eroi, l’Italia ci aiuti», ha raccontato l’ex tecnico del Sassuolo. È riuscito a raggiungere la Polonia in auto l’argentino dell’Oleksandria Claudio Spinelli. Sul fronte delle nazionali, fa rumore la promessa di boicottaggio di Polonia, Svezia e Repubblica Ceca, avversarie della Russia nel minitorneo che a fine marzo mette in palio un posto per il Mondiale. Le tre federazioni, con un documento congiunto, chiedono alla Uefa di valutare alternative. C’è inquietudine anche in F1. Sebastian Vettel ha già annunciato intanto il proprio boicottaggio al Gp di Russia: «Non andrò a Sochi, a settembre. Quando un Paese è in guerra, non è giusto correre lì».

La Haas ha tolto dalla sua livrea per i test di Barcellona lo sponsor Uralkali. Sono saltate le tre partite di Eurolega (basket) con squadre russe: Bayern-Cska, Baskonia-Kazan e Zenit-Barcellona, quest’ultima per rifiuto dei catalani. E ieri le ucraine del Prometey sono scese in campo contro il Mersin avvolte dalla bandiera nazionale. Applausi anche per i nazionali ucraini, imbandierati di giallo e azzurro a Cordova prima di affrontare la Spagna in una partita di qualificazione alla Coppa del Mondo: il pivot Pustovyi ha giocato con la scritta “No war” sul viso. La Fivb potrebbe valutare lo spostamento dei Mondiali di volley maschile di settembre, programmati proprio in Russia. Si è giocata Monza-Kazan (Cev Cup): c’era, tra i brianzoli, anche Vlad Davyskiba, nato a Zoblin, paese bielorusso all’incrocio dei confini con Russia e Ucraina. Una serata, per lui, difficile da dimenticare.

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Redazione Ilovepalermocalcio