L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’operato della Sicilia sul fronte digitale. La quarta regione meno digitale d’Italia sta reggendo la prova del fuoco. Ma è una Sicilia — letteralmente — a due velocità quella che si sta presentando all’appuntamento forzato con lo smart working: nell’Isola i lavori da 234 milioni per la banda ultralarga si sarebbero dovuti completare nel 2020, ma adesso complice proprio l’emergenza che costringe a usare più intensamente internet i cantieri procedono a rilento, e se nelle tre principali città dell’Isola la connessione iperveloce è ormai una realtà per la grande maggioranza della popolazione è nei centri minori che si registrano le maggiori difficoltà. L’assessore all’Economia Gaetano Armao, però, vede il bicchiere mezzo pieno: «Io — dice — sono soddisfatto della tenuta dell’infrastruttura. Qualche anno fa non avrebbe retto, visto il traffico cui è sottoposta in questa fase: se fosse accaduto solo 3 anni fa non ce l’avremmo fatta. Poi si deve fare di più? Certo, si deve. Bisogna registrare però che un lavoro enorme è già stato fatto». Le lezioni online, lo smart working e i video-aperitivi della gente comune, del resto, stanno mettendo sotto stress la rete. Secondo Garr, la rete italiana dell’istruzione e della ricerca, l’aumento del traffico è del 60 per cento rispetto alla media dell’anno scorso, con picchi del 125 per cento nei momenti di maggior flusso, nelle ore mattutine. «La saturazione — dice Massimo Carboni, dirigente del dipartimento Infrastrutture di Garr — comporta che dai 100 megabit garantiti dal gestore l’utente arrivi ad averne 40». Adesso lo sforzo della Regione è impedire che i cantieri si fermino. Sono già stati completati interventi per 74 milioni, cui ne seguiranno 164 per la banda ultralarga e altre 13 per portare la connessione. « I cantieri — scandiscono dalla Regione — si sarebbero dovuti concludere nel 2020. Adesso probabilmente slitteranno al primo semestre 2021 perché ovviamente bisogna garantire le condizioni di sicurezza».