L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’inchiesta sulle plusvalenza che coinvolge la Juventus.
Questioni di giorni, poi un uomo della Federcalcio volerà a Torino per ricevere gli atti completi dell’inchiesta sulla Juventus. La base per un nuovo, e stavolta più efficace, processo sportivo sulle plusvalenze. Possibile, nonostante il principio del ne bis in idem, che garantisce non si possa essere processati due volte per lo stesso fatto. La Juventus, per le operazioni di mercato che hanno prodotto plusvalenze tra il 2019 e il 2021 (una curiosità temporale riguarda lo scambio tra Franco Tongya e Marley Akè da 8 milioni di euro, operazione che sarebbe servita a liberare risorse per l’indice di liquidità e per questo il club avrebbe deciso di rinnovare il contratto a Tongya lo stesso giorno) è già stata processata dalla Giustizia sportiva la scorsa primavera, uscendone pulita. Le conversazioni tra dirigenti registrate a Torino però possono cambiare tutto. Per questo Aldo Giubilaro, sostituto procuratore della Figc, sarà tra domani e lunedì negli uffici della Procura per recuperare materialmente il faldone.
Poi la Procura federale valuterà se deferire il club per un nuovo processo sportivo, che può portare a multe, penalizzazione, o (più difficile) all’esclusione dai campionati. Ma non solo. Altro problema per la Juve potrebbe essere il contratto di Cristiano Ronaldo. Tutto ruota intorno alla famosa “carta che deve rimanere segreta”. E che ora gli inquirenti ritengono di avere almeno ricostruito. E che potrebbe valere una sanzione fino a 60 milioni di euro. La procura torinese ritiene di aver scovato scritture private che prevedessero, dopo le rinunce dei calciatori a parte dei loro stipendi, il ritorno di quei soldi agli atleti stessi. Non solo come premi fedeltà legati alla permanenza. Ma garantiti incondizionatamente da accordi “non depositati in Lega”.
E qui arriva il problema: un accordo non depositato può portare a sanzioni serie: se la società “pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto oltre a uno o più punti di penalizzazione”. Se davvero come ritengono gli inquirenti esistesse con Ronaldo una scrittura “occulta” da 19,975 milioni, la Juve potrebbe rischiare una multa da 20 a 60 milioni di euro. Un danno mostruoso. Che quei soldi siano stati pagati o meno. In un verbale interno alla società, la questione sarebbe stata infatti discussa in questi termini: «Ronaldo è andato via senza curarsi della definizione della sua posizione, suggeriamo di attendere una mossa da parte sua». Di quei soldi non ci sarebbe traccia nella contabilità, ma per le norme della Figc cambia poco.