L’edizione odierna di “Repubblica” si è soffermata sull’attuale e delicata situazione legata allo stadio in casa Palermo. L’amministratore delegato del Palermo Rinaldo Sagramola, intervenuto su “Gold78”, ha fatto intravedere una prospettiva minacciosa, ovvero la possibilità di giocare le partite in casa fuori città. Il tema chiave è senza dubbio la questione convenzione per la concessione dello stadio che in questi giorni ha visto l’amministrazione comunale spaccata in due. «Siccome – ribadisce l’amministratore delegato del Palermo Rinaldo Sagramola – non possiamo stare dietro alle discussioni, per altro legittime in sede di consiglio comunale visto che si tratta di interessi dell’amministrazione, stiamo vedendo in provincia se ci sono campi omologati per ospitare le partite di serie C, perché noi comunque vadano le cose ci dobbiamo iscrivere al campionato e non possiamo rimanere sospesi o sotto ricatto. Non possiamo correre dietro a cose che non possiamo controllare direttamente».
In merito è intervenuto anche il sindaco della città: «Contiamo che la situazione si chiarisca al più presto – è la posizione del sindaco Leoluca Orlando – L’amministrazione e il consiglio comunale hanno come unico obiettivo garantire l’utilizzo dello stadio nel modo più corretto, come parte del più ampio impegno per il calcio e lo sport d’eccellenza nella nostra città».
«Una ipotesi di canone fuori da ogni logica – dice Sagramola – sproporzionata e fuori luogo. Nel 2011 ho firmato io stesso la convenzione con il comune che poi è scaduta ed era di 315 mila euro per una società che fatturava sessanta milioni di euro. Oggi abbiamo un fatturato da 3,5 milioni di euro, non c’è proporzione».
«La convenzione stabilirà i canoni concessori – è la posizione degli assessori al Bilancio Roberto D’Agostino e allo Sport Paolo Petralia Camassa – e terrà conto del fatto che la società usufruisce dello stadio già da un anno e ne cura manutenzione e sicurezza. Il consiglio comunale sulla scorta di valutazioni tecnico- economiche redatte dagli uffici valuteranno la soluzione migliore».