L’edizione odierna di “Repubblica” riporta un’intervista realizzata all’airone Caracciolo che ha parlato a proposito del nuovo Palermo di Boscaglia.
«Ho un’ottima opinione di Boscaglia come allenatore. In campo, è senz’altro uno dei tecnici più bravi che ho avuto. Le sue capacità e conoscenze tecniche e tattiche sono indiscutibili. Non c’è un solo aspetto del gioco – racconta Caracciolo – che non conosca perfettamente e di cui non curi i dettagli. Sia la fase offensiva che quella difensiva, con lui vengono seguite e corrette nei particolari». Boscaglia, è solito raccogliere un gran numero di dati: «Questo è stato un altro aspetto che mi ha sorpreso positivamente. A fine primo tempo di goni partita – sottolinea l’ex attaccante del Palermo – spesso diceva delle cose molto utili per farci capire come avremmo dovuto gestire la ripresa. Le sue considerazioni erano sempre pertinenti e ci davano una mano ad interpretare la seconda parte di gara. Se a fine carriera avessi deciso di fare l’allenatore, sicuramente avrei scelto di seguire lui e il suo metodo di lavoro. È un tecnico da studiare per come gestisce le settimane e le partite». «Boscaglia è molto bravo – dice Caracciolo – e sa di esserlo. Credo che sia un po’ come quei calciatori che si specchiano nelle loro qualità, e capita che perdano qualcosa della loro bravura proprio per questa caratteristica. Però, confido che con gli anni e la crescita personale e professionale, arrivi un progresso anche da questo punto di vista. Gli riconosco tutto il talento per compiere questo salto di qualità. In ritiro – ricorda Caracciolo – spesso parlavamo di Palermo e del Palermo. Dello stadio pieno, delle emozioni che mi hanno regalato i due anni in cui ho vestito la maglia rosanero. E anche lui mi confidava il fascino che su di lui esercitava quell’ambiente. Sono certo che inizierà nel migliore dei modi la sua avventura e sarà capace di dare presto alla squadra un modo di giocare, un’identità. La gente presto lo amerà e lo porterà sugli scudi. Lui dovrà essere bravo e gestire quest’ondata di affetto, e a far rimanere la squadra con i piedi per terra».