“Per alcuni il bosniaco Mato Jajalo nella sua nazionale gioca bene solo perché ha Pjanic accanto. Per altri quello che ha calciato la punizione di Firenze era Eugenio Corini travestito Jajalo. Dopo mesi di critiche nei suoi confronti per alcuni deve essere dura ammettere che contro la Fiorentina il numero 28 del Palermo ha giocato bene. C’è anche chi ha sottolineato come riesca a segnare solo contro la Fiorentina, visto che l’unico suo gol in maglia rosanero prima di domenica sera lo aveva realizzato proprio contro i viola. Ma anche allora il Palermo uscì dal campo sconfitto. «Per questo non posso dire di essere contento per il gol – dice Jajalo – perché anche questa volta abbiamo perso. Dobbiamo continuare a lavorare come e più di prima, perché siamo ultimi in classifica e non dobbiamo dimenticarcelo». Parole da leader per uno che agli occhi dei tifosi un vero e proprio trascinatore non lo è mai stato. A Palermo è arrivato a gennaio del 2015 ritrovando Beppe Iachini, suo allenatore ai tempi della prima esperienza in Italia a Siena nel 2009-10. È sempre passato per un mediano recupera palloni, uno che non ha le caratteristiche di regista e in effetti anche nel Palermo non ha quasi mai ricoperto quel ruolo. In realtà le sue schede tecniche parlano di un calciatore in grado di costruire l’azione e che addirittura in Germania nei quattro anni trascorsi al Colonia, ha fatto anche il trequartista. A Palermo però l’accusa principale che gli hanno mosso i suoi detrattori è sempre stata quella di non sapere fare un passaggio più lungo di tre metri e in orizzontale. Ma Firenze in campo è andato un altro Jajalo. Uno che, numeri alla mano, non solo ha recuperato più palloni di tutti, cinque come il viola Vecino, ma è entrato in molte delle azioni della partita, prendendosi anche qualche responsabilità come testimoniano i quattro palloni persi, uno in meno di Ilicic, Bernardeschi e Babacar. Se quella che è iniziata a Firenze nella prima partita sotto la gestione di Eugenio Corini in panchina sia davvero l’inizio della seconda vita di Jajalo in rosanero lo dirà solamente il tempo. Resta il fatto che in Toscana il croato naturalizzato bosniaco è stato in grado di unire qualità, come in occasione della bella punizione a giro calciata i porta che ha dato il momentaneo pareggio ai rosanero, e quantità, come testimoniano anche il fallo fatto e i quattro subiti riportati dalle statistiche ufficiali. Tutti dati che lo hanno portato a essere per la Lega di A il migliore in campo del Palermo con i suoi 10,74 chilometri corsi in lungo e in largo per il campo. «Peccato per la beffa finale – dice Jajalo – nella nostra situazione non ci possiamo permettere di subire un gol a tempo scaduto come è successo ancora a Firenze. Avevamo raddrizzato la partita ed eravamo riusciti a mettere in difficoltà la Fiorentina senza concedere chissà quali occasioni da gol. Anzi eravamo anche andati vicini al vantaggio prima della loro rete. E invece su palla da fermo ancora una volta ci siamo lasciati sorprendere. Significa che dobbiamo tenere la concentrazione ancora più alta di quanto non facciamo. Dobbiamo capire che questa è la strada giusta per invertire la tendenza». Resta da capire cosa sia successo nella testa di Jajalo, e, va sottolineato, anche dei suoi compagni, rispetto alla partita giocata sette giorni prima contro la Lazio. La scintilla c’è già stata, il motore deve solo entrare a regime e chissà che a guidare la squadra non possa esserci proprio Jajalo, professione regista, per tutti mediano”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.