Le squadre siciliane mancano alla Serie A, ci vorrà del tempo per tornare ai fasti del passato, quando Palermo, Messina e Catania calcavano i campi del massimo campionato italiano.Ma mentre l’Isola calcistica cerca con orgoglio e fatica di risalire la china, c’è un’altra Sicilia, quella giovane, fresca e smaliziata, che può urlare ad alta voce di avercela fatta. È il caso di cinque talenti nostrani: Michele Lo Curto, Lorenzo Scandurra, Damiano Petrella, Simone Leonardi e Kevin Leone.
L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione su questi giovani di belle speranze che possono diventare dei campioni in Serie A, il primo è Michele Lo Curto, classe 2002, terzino sinistro di Campobello di Licata e punto di forza della formazione Under 18 del Milan, è già riuscito ad assaporare l’aria della prima squadra. Poi c’è chi è stato invece definito “ il 2003 più forte d’Italia”, cioè il centrocampista Lorenzo Scandurra, di Santa Venerina, in provincia di Catania, numero 10 della formazione Under 17 della Roma. Tanti gli aneddoti che ricorda con emozione: « Già dal primo giorno in cui ho messo piede a Trigoria sono stato catturato dal mondo giallorosso. Ricordo il senso di appartenenza che trasmettevano ai più giovani Totti e De Rossi, due punti di riferimento, anche se il mio idolo è sempre stato Radja Nainggolan e questo non l’ho mai nascosto. Al punto che un giorno un dirigente decise di farmi una sorpresa e mi portò a pranzo da lui. È stato bellissimo, all’inizio ero senza parole. Poi mi sono sciolto, e lui, così duro e battagliero in campo, ha dimostrato di essere una persona dal cuore d’oro. Così come Alessandro Florenzi, che un pomeriggio, mentre noi del vivaio ci allenavamo, entrò in campo per darci qualche consiglio, con la sua solita simpatia e gentilezza. Tanto che si concluse con un’amichevole sfida dal dischetto».
Tanti buoni propositi per il talentuoso Lorenzo che non dimentica le sue origini e ricorda la propria infanzia: « Nonno Salvatore mi accompagnava ogni pomeriggio agli allenamenti – conclude il giovane numero 10 gialloros e la mia famiglia da sempre ha fatto tanti sacrifici. Adesso spero presto di firmare il mio primo contratto da professionista e di esordire in prima squadra con la maglia della Roma».
Il catanese Simone Leonardi, classe 2005, fino a poco tempo fa quella maglia blucerchiata la vedeva solo in televisione, ammirando gol e giocate di quel Fabio Quagliarella che ora incrocia quotidianamente agli allenamenti. Simone è una giovane promessa dell’Under 15 della Sampdoria, sta incantando a suon di gol alla sua prima stagione in Liguria. Anche lui come Scandurra non dimentica le proprie origini e racconta la sua storia: «Il primo periodo a Genova non è stato semplice. Non mi ero mai allontanato da Catania, un po’ di paura era normale, dovuta forse anche al mio carattere abbastanza introverso » . E da quel gol messo a segno nel derby contro il Genoa, il giovane siciliano non si è più fermato: « Aspettavo il mio primo gol con ansia, sono felice di averlo realizzato in un match così sentito. Da quel momento è stato tutto più semplice». Sempre nell’Under 15 della Sampdoria si sta mettendo in luce Kevin Leone, anche lui del 2005, catanese di Nesima, mezzala di qualità e quantità: « Il mio idolo è Nicolò Zaniolo, spero di continuare su questa strada, ma non dimentico le mie origini. Amo la Sicilia, mi manca la mia città e quando passeggio per le vie di Genova cerco le similitudini con Catania per sentire meno la nostalgia di casa».
A Genova però nell’altra sponda, c’è anche Riposto Damiano Petrella , talento delle giovanili rossoblu, classe 2004, difensore centrale con il vizio del gol. Il suo idolo? Ce l’ha in casa: è Mimmo Criscito. Ad accomunare questi talenti nostrani è l’agente catanese Gianluca Virzi, che ha scovato questi ragazzi nei campi polverosi, a volte addirittura cementati. E ci tiene a mandare un messaggio chiaro a tutti coloro che coltivano un sogno: «Io sono legato a tutti questi ragazzi non solo professionalmente. Oggi si stanno togliendo tante soddisfazioni, ma la strada è ancora lunga».