L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’impatto che ha avuto la pandemia sull’economia criminale. Ora quello che sta accadendo dal Messico al Kosovo, dall’Italia all’Iran è che le mafie si stanno muovendo verso la grande speculazione. Le emergenze pubbliche aumentano la possibilità di guadagno per molte imprese, non solo per le organizzazioni criminali, ma queste ultime in particolar modo ne hanno un doppio vantaggio: affari e silenzio. Qualsiasi emergenza monopolizza l’attenzione mediatica: i meccanismi criminali non occupano più il loro spazio (già esiguo) nelle cronache, l’imperativo della sopravvivenza domina su tutto. Inoltre, in Paesi come l’Italia rallenta in forma finale la già compromessa macchina giudiziaria. La pandemia è il luogo ideale per le mafie e il motivo è semplice: se hai fame, cerchi pane, non ti importa da quale forno abbia origine e chi lo stia distribuendo; se hai necessità di un farmaco, paghi, non ti domandi chi te lo stia vendendo, lo vuoi e basta. È solo nei tempi di pace e benessere che la scelta è possibile.
Basta guardare il portfolio delle mafie, per capire quanto potranno guadagnare da questa pandemia. Dove hanno investito negli ultimi decenni? Imprese multiservizi (mense, pulizie, disinfezione), ciclo dei rifiuti, trasporti, pompe funebri, distribuzione petroli e generi alimentari. Ecco, quindi, come guadagneranno. Le mafie sanno ciò di cui si ha e si avrà bisogno, e lo danno e lo daranno alle loro condizioni. È sempre stato così. Le mafie negli anni sono riuscite ad infiltrarsi ai vertici del settore sanitario, come ha dimostrato la condanna per mafia di Carlo Chiriaco, che poteva essere al contempo direttore della Asl di Pavia e referente della ‘ndrangheta nella sanità lombarda.
Il business criminale vero non è quello dei furti di mascherine destinate alla rivendita. Turchia, India, Russia, Kazakistan, Ucraina, Romania hanno fermato o ridotto le esportazioni di mascherine; 19 milioni di esemplari (tra Fpp2, Fpp3 e chirurgiche) sono bloccati all’estero, nei Paesi di produzione o in quelli di transito verso l’Italia. Chi negozierà gli sblocchi e i transiti, secondo voi? Ma non bisogna solo pensare alla dimensione italiana del fenomeno criminale: gli aeroporti e le compagnie navali dell’Est Europa e del Sud America che spesso vengono utilizzati per il traffico di droga ora si stanno preparando ad accogliere Le emergenze sono un’opportunità di guadagno per molte imprese, non solo quelle illecite. Ma queste ultime ne hanno un doppio vantaggio: affari e silenzio, le nuove merci richieste dal mercato dell’emergenza. In Italia, i clan hanno perso le piazze di spaccio e mantenuto un residuale mercato mettendosi in fila davanti ai supermercati e alle farmacie, che hanno sostituito scuole e parchi, ora chiusi. Hanno cercato di incrementare le consegne a domicilio, confondendosi nella schiera di runner che girano per le città, ma i controlli aumentati nelle strade e l’imposizione di viaggiare da soli hanno reso questo metodo difficile e rischioso.