L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’operato del presidente del Consiglio Conte. Il suo indice di popolarità è sceso dal 71% al 64%, ma il premier è sereno considerando la forza del Pd e dei 5 Stelle. Il suo destino sembra dipendere dalle prossime tre settimane. Se qualcosa non funzionasse, se già oggi i trasporti non reggessero e si riscontrassero i primi assembramenti, se un ospedale tornasse a riempirsi di malati di Covid-19 mandando in tilt le terapie intensive, chi oggi sta a guardare dirà che la ripartenza è stata preparata tardi e male. Uno dei ministri più vicini al premier riassume la situazione in una frase: «Se va male, Conte salta. Perché se la fase due sarà un disastro, soprattutto dal punto di vista economico, perderà popolarità. E se perde popolarità è finito». Il capo delegazione pd nel governo Dario Franceschini in realtà ha passato gli ultimi giorni a rassicurare: «Conte ha tutto il mio sostegno. Si è trovato alla guida del Paese in un momento difficilissimo. Cosa doveva fare di più?».