Repubblica: “La corsa alla serie A. Avversarie e outsider del Palermo”
“Un cammino lungo e difficile. Ecco come giudicano gli allenatori di serie B il campionato cadetto che è cominciato ieri sera con l’anticipo fra Parma e Cremonese. Quarantadue giornate, 462 partite da giocare nella stagione regolare più eventuali play-off e playout. Una maratona lunga quasi 10 mesi che vedrà le squadre in campo anche 24 e 31 dicembre. Lo schema è quello abituale della serie B con una partita alle 20,30 il venerdì, otto alle 15 del sabato, quindi il posticipo domenicale delle 17,30 e quello serale del lunedì. Solo le prime due giornate si giocheranno alle 20,30 per le temperature non proprio miti di questo periodo. Quando la serie A non gioca si va in campo la domenica. Ci saranno cinque turni infrasettimanali più il turno pasquale che si giocherà il giovedì. La sosta invernale è prevista dal primo al 19 gennaio. Le partite delle ultime due giornate della stagione regolare si giocheranno in contemporanea per assicurare la regolarità del campionato in vista della definizione delle griglie di play-off e play-out. A questo proposito vanno in A direttamente le prime due squadre classificate. I play-off sono molto probabili in quanto si disputeranno se la terza classificata non avrà un vantaggio sulla quarta superiore a 14 punti. Prenderanno parte alla fase finale del torneo le sei squadre che avranno concluso il campionato tra la terza e l’ottava posizione. Per quanto riguarda il play-out, invece, gli spareggi per evitare la retrocessione si disputerà alla fine della stagione regolare se il distacco tra la quartultima e la quintultima classificata non sarà superiore a 4 punti. Le ultime tre della classifica, invece, retrocederanno direttamente in serie C. In molti danno il Palermo come la squadra da battere, ma sono diverse le formazioni che si contenderanno i tre posti a disposizione per la promozione. Prime tra tutte le retrocesse, ma anche il Parma, il Frosinone e il Venezia che potrebbe rappresentare la sorpresa della stagione”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.