L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta nell’edizione odierna le parole rilasciate ieri in conferenza stampa dal centrocampista rosanero Jajalo: “Il centrocampista rosa è uno dei giocatori sempre al centro delle polemiche dei tifosi del Palermo. “Cocco di Zamparini” è stata l’espressione più usata fra quelle riferibili adoperate nei suoi confronti. Ma Mato Jajalo non ci ha fatto caso prima e non ci fa caso adesso che è reduce dalla vittoria sul campo dell’Avellino. Lui per molti tifosi è come la kryptonite per Superman: appena lo vedono fra i titolari perdono forza e voglia di tifare per il Palermo. «Ma la notte dormo lo stesso – dice Jajalo – questo purtroppo è uno degli aspetti del nostro lavoro. Sui social la gente scrive quello che vuole, non mi preoccupo e non ci faccio nemmeno caso». Più volte il tema delle critiche, a volte anche pesanti nei suoi confronti, viene affrontato. Ma lui risponde sempre di volere guardare avanti. Dopo la partita di Avellino, in cui ha fornito l’assist per il decimo gol in campionato di Nestorovski, in molti gli hanno fatto i complimenti, ma anche quello ormai per Jajalo appartiene al passato. Una prova di equilibrio che colpisce per quanto il centrocampista croato naturalizzato bosniaco riesca a tenere la barra delle sue considerazioni fissa, dritta verso il suo obiettivo. «Non penso ad altro se non alla promozione in A del Palermo – dice – quello è il mio e il nostro primo obiettivo. Ringrazio Tedino e Zamparini per le loro parole. I complimenti fanno sempre piacere, ma ogni giocatore cerca sempre di dare il meglio in tutte le occasioni. Poi può capitare che uno riesca a giocare più o meno bene o anche male. Dopo la sconfitta contro il Cittadella battere l’Avellino era il segnale giusto per fare vedere che le critiche per quella partita e le parole che sono state dette facevano parte del passato. E così è stato. Non c’è calciatore che non provi a dare ogni partita il cento per cento e se sbagli qualcosa non lo fai mai apposta, cerchi sempre di fare la cosa giusta». Non c’è allenatore che lo abbia lasciato fuori da quando ha indossato la maglia del Palermo. E sono stati undici i tecnici che si sono susseguiti da quando è arrivato in rosanero nel gennaio del 2015. La sua fama è quella di recuperare il pallone o fare da ultimo uomo prima della difesa. Ma ad Avellino si è anche calato nel ruolo di rifinitore. E nel suo repertorio c’è pure dell’altro oltre che il ruolo del distruttore di trame di gioco altrui come l’abilità nel calciare le punizioni. « Non ho un solo compito – spiega – dipende sempre dalla partita. C’è quella in cui ti capita di recuperare pallone e l’altra in cui sei più propositivo. Ad Avellino non ho solo distrutto il gioco degli avversari, mi sembra di avere creato anche delle azioni di gioco. Con Tedino lavoriamo già da cinque mesi, conosciamo sempre meglio le sue idee. Ci sta dando fiducia e vogliamo ripagarlo dando tutto quello che possiamo. Ormai sono in Italia da tanto tempo, ho più esperienza rispetto a quando sono arrivato e non mi preoccupo se qualcuno pensa che io sia un raccomandato». Struna e Chochev in parte ci sono già riusciti. Adesso tocca a lui, Trajkovski e Posavec provare a recuperare posizioni nell’indice di gradimento dei tifosi del Palermo. « Non facciamo bene solamente in trasferta – dice Jajalo – non c’è un blocco “ Barbera”. Il pubblico aiuta sempre la squadra, non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo. La gente che fa il tifo per te non è mai un peso e chi va in campo gioca principalmente per i tifosi. Trajkovski deve dare qualcosa in più, ma la mia non è una critica. Aspettiamo che riesca a dimostrare quello che sa fare. Quando ricevo delle critiche non sono uno che abbassa la testa, anzi prendo sempre spunto per provare a fare qualcosa in più». Nessun alibi, nemmeno per le vicende societarie. Un argomento, quello dell’istanza di fallimento, che non rientra a suo dire nemmeno nella quotidianità dello spogliatoio. «Non abbiamo perso contro il Cittadella per quello che è successo – dice – ma perché siamo entrati in campo senza essere squadra. Se non giochiamo compatti si vede subito. Contro il Cittadella non avremmo meritato nemmeno il pareggio. Dopo quella partita tutti ci siamo detti che possiamo e dobbiamo fare meglio. E la voglia di fare si è vista subito. Non ci preoccupa quello che si dice sulla società. Siamo sereni, lavoriamo bene e stiamo senza pensieri»“.