L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts:
«Sono netto nel dire che, ovviamente continuando ad avere responsabilità e prudenza, il prossimo autunno non sarà come quello che abbiamo vissuto nel 2020. Ad oggi abbiamo il 40% della popolazione che ha avuto almeno una dose di vaccino e il 21% l’intero ciclo vaccinale. Da tutti i segnali che vengono dal Paese mi sembra ci sia la voglia di accedere prima possibile alla vaccinazione. Poi ci sarà sempre uno zoccolo duro di persone riluttanti o esitanti, ma si tratta di un fenomeno molto più contenuto di quanto era nelle previsioni. Ciò non toglie che c’è un lavoro da portare a termine. Dobbiamo ancora concludere le coperture degli over 60 ma anche dei cinquantenni, vaccinati al 50%».
«Capisco la voglia delle persone di emanciparsi da un oggetto anche molto simbolico. Andrà fatto un percorso graduale, partendo dai contesti all’aperto, dove ci sono minori rischi di contagio, per poi passare al chiuso. Aspettiamo ancora un mese, un mese e mezzo. Entro metà luglio affronteremo anche questo aspetto. Mi piacerebbe che l’attenzione rimanesse maggiormente orientata al completamento della vaccinazione. Non concentriamoci solo sulle mascherine. Dobbiamo ricordare quanto di buono ci hanno regalato al di là del Covid. Quest’anno non abbiamo visto neanche la stessa incidenza delle infezioni respiratorie in generale, che possono dare problemi molto gravi agli immunodepressi».
«Non sappiamo ancora quanto dura la copertura, però considerando i dati, la possibilità di una terza dose per mantenere al massimo la protezione dell’immunizzazione è concreta. Sono più difficili da valutare i tempi, probabilmente andrà fatta a 10-12 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale. Sono già in corso trial clinici che valutano la sicurezza e l’immunogenicità della terza dose in chi ha ricevuto le prime due dai 6 ai 12 mesi prima».