Repubblica: “Italia, paura del contagio. Carceri in rivolta, da Modena a Foggia 7 morti e 34 in fuga. E fuori la protesta dei parenti”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle fuga dalle carceri. Ci sono sette morti e 34 detenuti in fuga. Assassini, uomini dei clan della mafia foggiana in libera uscita. Hanno sequestrato agenti e personale medico che lavorava nelle carceri. Sono saliti sui tetti di San Vittore, hanno devastato Regina Coeli e Rebibbia. Quella di ieri è stata forse la giornata più lunga della storia recente delle carceri italiane. Detenuti in rivolta in 22 istituti di pena per protestare contro le indegne condizioni nelle quali sono costretti a vivere. Ma anche per cercare di soffiare sul fuoco dell’emergenza e della paura per il Coronavirus e gridare — come facevano ieri i loro parenti fuori dalle prigioni — all’amnistia, all’indulto. Il caso più incredibile è sicuramente quello di Foggia: 76 persone evase, di cui 42 riacciuffate. E 34 ancora in fuga. «Li prenderemo», giura il procuratore Ludovico Vaccaro che, con il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, ha seguito il caso sin dall’inizio della mattina. Quando è esploso. I detenuti hanno cominciato a incendiare le coperte e tutto quello che c’era nelle loro celle. Hanno assalito le guardie penitenziarie e, colpito, come era accaduto a Modena, due punti nevralgici e scoperti: l’infermeria. E l’ufficio matricola. Sono fuggiti nel quartiere, rapinato le macchine ad automobilisti di passaggio. Rubato almeno altre 4 vetture. In 42 sono stati ripresi. In 34, a ieri notte, erano ancora liberi. Tra loro assassini e uomini della criminalità organizzata foggiana. Forte tensione, nel pomeriggio, anche a Regina Coeli e Rebibbia. E, nella provincia, a Rieti e Velletri. I detenuti hanno devastato alcune celle, devastato zone comuni e incendiato alcune celle prima dell’intervento della polizia. A Milano protestano per il sovraffollamento, chiedono comunità per i tossici e sconti di pena. Ma intanto sequestrano tre guardie e salgono sui tetti i rivoltosi che per una mattinata tengono in scacco quattro raggi a San Vittore, nel cuore di Milano, incendiandolo e devastandolo. A fine giornata, dopo una trattativa condotta dai magistrati Alberto Nobili e Gaetano Ruta — previsto un secondo round con venti rappresentanti dei detenuti — interi reparti sono stati vandalizzati, le infermerie distrutte, l’impianto di videosorveglianza polverizzato. Col supporto esterno, di un manipolo di anarchici che ieri sera è andato a manifestare sotto le finestre di Opera, dove i disordini sono rientrati. Così come a Pavia, dove sono stati liberati ieri notte i due agenti sequestrati.