L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul nuovo decreto anti-covid in arrivo questa settimana.
Ci sono tre certezze sul tavolo del governo. E una serie di nodi ancora da sciogliere sul Super Green Pass che porterà a una revisione delle regole ormai rodate dell’Italia a colori già a partire dalla zona gialla. L’obiettivo è evitare non solo chiusure e lockdown generalizzati, ma anche riduzioni di capienza per cinema, stadi, impianti sciistici. L’alternativa è dunque imporre restrizioni solo ai No Vax. Lo spiega il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: «Chi non ha il vaccino ma solo il Green Pass con il tampone subirà i vincoli del cromatismo». Esempio: in giallo sì alle tavolate per i vaccinati, tavolini da 4 persone massimo per chi non si è sottoposto alla somministrazione. O ancora: in arancione ristoranti aperti per i Sì Vax, solo asporto per i renitenti del vaccino.
Il decreto con le nuove misure anti- Covid potrebbe arrivare già mercoledì sera, un anticipo del Consiglio di ministri giustificato dalla presenza a Roma giovedì e venerdì del presidente francese Emmanuel Macron per la firma del Trattato del Quirinale. E dovrebbe contenere la riduzione della durata del Green Pass per i vaccinati da 12 a 9 mesi; l’obbligo di terza dose per medici, infermieri e operatori delle Rsa; il via libera alla possibilità per le Regioni di anticipare la terza dose a 5 mesi dalla seconda con l’ok dell’Aifa.
Tre mosse giudicate però insufficienti da Palazzo Chigi, che davanti alla nuova avanzata del coronavirus si prepara a fare di più. Se tra una settimana alcune Regioni scivolerannno in giallo, una su tutte il Friuli Venezia Giulia che ieri ha superato i parametri per il cambio colore, il rischio — questo il ragionamento — è di ritrovarle presto in arancione. Il che equivarrebbe a un sostanziale lockdown a Natale, da scongiurare. Ecco perché imporre restrizioni ai non vaccinati. Il problema dunque non è il se, ma il come. Di mezzo c’è anche il tema dei controlli e della privacy.