Repubblica: “Indagine sul “fallimento pilotato”, Sidoti per quattro ore dal gip”
In casa Palermo tengono banco tantissimi argomenti. Dal passaggio di proprietà avvenuto, all’inchiesta della Procura di Caltanissetta sul “fallimento pilotato”, ma anche il campionato in corso. A proposito di fallimento, nella giornata di ieri il giudice Sidoti è stato ascoltato dal gip di Caltanissetta e ha risposto alle sue domande. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de “La Repubblica” proprio su questo argomento:
“Quattro ore di interrogatorio davanti al gip di Caltanissetta Antonia Leone. Per tutto il pomeriggio di ieri Giuseppe Sidoti ha risposto alle domande dei magistrati nisseni che lo hanno indagato per corruzione nella vicenda del presunto “aggiustamento” della decisione sull’istanza di fallimento del Palermo, depositata a fine marzo scorso. Assistito dall’avvocato Monica Genovese, il giudice Sidoti si è difeso da tutte le contestazioni che gli ha mosso il sostituto procuratore Claudia Pasciuti. Il magistrato della sezione fallimentare del tribunale di Palermo ha risposto alle domande sulla nomina di Daniele Santoro come perito del tribunale, sul rapporto con l’avvocatessa con cui era intimo e che venne indicata dallo stesso Sidoti all’allora presidente Giammarva per far parte del collegio dei saggi del club rosanero. Sidoti ha risposto anche sulla vicenda dei biglietti ricevuti per una partita del Palermo e sulla richiesta di un pass per il parcheggio dell’auto nelle aree attorno allo stadio. Al centro dell’interrogatorio di garanzia ci sono stati soprattutto i rapporti con gli altri due indagati che hanno subito misure cautelari interdittive: l’ex gip di Palermo Fabrizio Anfuso (ora in corte d’Appello e indagato per rivelazione di segreto istruttorio) e l’ex presidente rosanero Giovanni Giammarva (indagato per corruzione). Sidoti ieri pomeriggio ha ripercorso i rapporti con Anfuso nei primi mesi di quest’anno quando entrambi stavano trattando la vicenda del Palermo: Sidoti dal punto di vista fallimentare e Anfuso per quel che riguarda la richiesta di misure cautelari presentate dalla procura di Palermo per Zamparini e altri sei indagati nell’ambito dell’indagine penale per falso in bilancio, riciclaggio, auto riciclaggio e altri reati economici. Oltre ai contatti con Anfuso, Sidoti ha spiegato la natura del suo rapporto con Giovanni Giammarva. I due, oltre ad abitare uno di fronte all’altro, sono amici di vecchia data e si frequentano da anni con le rispettive famiglie. Secondo la procura nissena questa amicizia avrebbe condizionato l’esito della decisione sull’istanza di fallimento del Palermo. Infine Sidoti ha dato la sua versione dei fatti sulle presunte indicazioni date al perito Daniele Santoro su come confezionare la perizia del tribunale che di fatto ha smontato l’istanza di fallimento presentata dalla procura di Palermo”.