Repubblica: “Il Trapani ridimensiona gli obiettivi, via i calciatori dai contratti più onerosi”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Trapani che ha dovuto ridimensionare i suoi obiettivi.
Ridimensionamento o smobilitazione? È il quesito che si pongono i tifosi, con il mercato della serie D già iniziato, che si protrarrà fino al 23 dicembre. Gravata da un monte ingaggi molto pesante, la società granata sta cercando di sfoltire l’organico, liberandosi di tutti i calciatori più onerosi e rimpiazzandoli con sostituti di categoria, in grado di far conseguire agevolmente la salvezza. Una strategia condivisibile, considerato che il Trapani ha un margine di sei punti di vantaggio sulla zona play-out (peraltro con una gara da recuperare), ma è lontanissimo dalla vetta (occupata in maniera più che solida dal Catania, che ha ben diciassette punti in più). Essendo quello dei playoff un obiettivo tutt’altro che appetibile (non assicura nessun posto per la promozione), l’idea di creare un risparmio, una sorta di tesoretto, da utilizzare la prossima stagione, può essere vincente.
Il problema, però, è capire se il presidente Marco La Rosa abbia in animo di proseguire a investire sul Trapani, oppure se stia pensando (come trapelato) di trasferire le proprie risorse ad Acireale. Di sicuro, c’è un dato: della compagine dirigenziale presentata la scorsa estate, non è rimasto nessuno. Un’autentica rivoluzione. In sequenza, sono andati via il responsabile dell’area tecnica (Carbonaro, che forse potrebbe essere reintegrato), due direttori generali (Strano e Marino), e il direttore sportivo (Chiavaro, che non è stato sostituito).
È già saltato anche l’allenatore (Monticciolo ha preso il posto di Torrisi) e non si sa bene con chi e come si voglia gestire questa finestra di mercato. Ci si deve attendere un nuovo direttore sportivo, oppure La Rosa si affiderà a un aiuto esterno? È un Tra pani, insomma, di cui si fatica a comprendere l’identità attuale e la credibilità di un programma per il futuro. C’è anche da fare luce sul rapporto fra lo stesso La Rosa e il socio di minoranza Mazzara (in possesso del 30% delle quote), che dovrebbero mettersi d’accordo sulla ripartizione dei costi, in tema di gestione quotidiana ed economica delle necessità del club. Da fonti interne alla società, giungono rassicurazioni sui pagamenti a fornitori e collaboratori, ma al momento non intravede la volontà di un messaggio di chiarezza, capace di fugare ogni dubbio. Si naviga a vista, senza riferimenti nitidi e con una sola certezza: nulla è più definitivo del provvisorio.