Repubblica: “Il tacco di Lapadula spinge il Milan in zona Champions, Palermo sempre più inguaiato”

ACCOMUNATI dalle trattative in fase avanzatissima per il passaggio in mani straniere, il Milan dalla classifica sempre più lussuosa, grazie al gol di tacco del centravanti di scorta Lapadula, e il Palermo sempre più inguaiato, per la sesta sconfitta interna su 6 appuntamenti al Barbera semideserto (bello, però, lo striscione per il giudice Di Matteo), vivono con opposti stati d’animo la presumibile ultima sfida targata Berlusconi-Zamparini. Berlusconi avrebbe infine accettato la presidenza onoraria, quasi a suggellare la sua utopia: la squadra giovane e italiana, nata anche dal mercato al risparmio obbligato dalla trattativa stessa, potrà cominciare il mese di dicembre in zona Champions. Intanto consegna a Ventura 5 azzurri, primato ritrovato dopo lunga pausa. Ieri il Milan ha chiuso con 9 italiani e soprattutto con Lapadula per Bacca. Il quale non segna da 5 partite e dopo 80’ scialbi ha dovuto incassare senza proteste il cambio e la chiosa fredda di Montella: «Bacca dà il suo apporto. Per fortuna ce ne sono anche altri». Come Lapadula: «Se tutti hanno la sua fame, possiamo restare in alto». La fame ha permesso all’aspirante titolare di mettere la firma su una vittoria tortuosa: la sesta di misura su 8, segno di concretezza e solidità. Se il sogno di Lapadula dovesse concretizzarsi («è solo l’inizio», profetizza a se stesso), si farebbe scabrosa la posizione di Bacca, che il West Ham sta di nuovo corteggiando. A quel punto l’italianizzazione assumerebbe proporzioni impensabili e farebbe meditare altri club, a cominciare dal Palermo, che ha schierato un solo italiano (Gazzi), prima della retromarcia di De Zerbi. Diamanti e il diciottenne autoctono Lo Faso hanno riacceso il gioco e garantito il temporaneo pari – di Nestorovski, imbeccato da Diamanti – a rimediare alla papera del giovane portiere croato Posavec in uscita, con dono per l’1-0 di Suso a porta vuota. L’impetuosa reazione del Milan all’1-1 e poi al mancato 2-1 di Bruno Henrique («non abbiamo accettato il risultato e abbiamo fatto 4 tiri in 10’», si è inorgoglito Montella) è merito principale dello spagnolo Suso: dopo avere costretto Posavec a 3 eccellenti parate ha scagliato il decisivo sinistro al volo dal limite. La deviazione di tacco della traiettoria, in modalità Inzaghi, è stata però del rapace italiano Lapadula nell’area piccola. «Noi fortunati? Non credo, è il frutto del lavoro», ha detto Montella, godendosi il primo gol in A del ventiseienne di madre peruviana, che l’estate scorsa ha rinviato il dilemma – nazionale peruviana o italiana? – per giocare i play-off col Pescara invece della Coppa America. Lo ha premiato l’approdo al Milan, dopo una carriera trascorsa soprattutto in Lega Pro e con un’esperienza nel campionato sloveno. Ora lo spartiacque è la Supercoppa italiana del 23 dicembre a Doha con la Juventus, quando saranno più chiari organigramma (Fassone attende la nomina come Ad) e il mercato di gennaio (voci insistenti sul laziale Keita). Montella non nomina la Champions, ma quasi: «Se si può migliorare qualcosa, perché no»”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.