“Se c’è un uomo che può essere preso come simbolo dell’ultimo Palermo che è tornato a sperare nella salvezza, questo uomo è sicuramente Enzo Maresca. 36 anni, una carriera da incorniciare, Maresca con i suoi cinque trofeo conquistati in Spagna con la maglia del Siviglia, è di gran lunga il giocatore più titolato che abbia mai indossato la maglia rosanero. Un vincente che qualcuno, in maniera affrettata e intempestiva, avrebbe voluto rottamare e che invece adesso vede le speranze del Palermo appese alle prestazioni di Maresca e dei trentenni che stanno facendo le fortune della formazione rosanero. «Non c’è nessuna rivincita da prendere – dice il regista rosanero – A trentasei anni non è certo tempo di rivincite. Io ho sempre saputo quello che potevo dare a questa squadra. In alcuni momenti questo mi è stato impedito farlo, ma adesso le mie emozioni sono tutte concentrate sul bene della squadra. Mancano quindici giorni alla fine del campionato. Negli ultimi pesi ho avuto tanto tempo per pensare alla mia situazione che, del resto, era palese a tutti. Adesso, invece, penso solo alla squadra». Una squadra che nelle ultime settimane ha trovato finalmente una sua quadratura con l’inserimento di elementi come appunto Maresca. Lui se la cava con un diplomatico: «non bisogna chiedere a me perché questa quadratura del cerchio sia arrivata solo adesso». La diplomazia lascia spazio, invece, alla concretezza quando si parla del rapporto con Ballardini che, nella sua prima gestione, lo aveva messo fuori rosa all’indomani della sconfitta in Coppa Italia contro l’Alessandria. «Ci siamo ritrovati a Coccaglio in ritiro – dice Maresca – Quando si affronta una situazione come quella che stiamo vivendo noi, tutti gli scontri che possono esserci stati in passato vengono messi da parte per il bene di tutti. Abbiamo un obiettivo da raggiungere e quindi tutto il resto viene accantonato». A trentasei anni, Maresca sta dimostrando di essere fondamentale in questo finale di campionato. È tornato in campo a Frosinone e i rosa hanno ottenuto due vittorie su due. «A trentasei anni non posso dire di essere un giovane – dice Maresca – Ma quando le partite fondamentali, sono solo a Palermo, c’è chi è chiamato a prendersi le sue responsabilità». E nel Palermo, questa figura è rappresentata proprio da Maresca, ma anche da Sorrentino, Gilardino, Vitiello, Rispoli. «Noi ci crediamo – dice il regista – Sappiamo che in due partite ci giochiamo tutto. La realtà può essere bella, ma può essere anche brutta. Noi lavoriamo perché sia la più bella possibile». Il futuro del Palermo che s’intreccia con quello dei singoli. Il Palermo di oggi sarà molto diverso da quello di domani. In molti, tra cui Maresca, hanno già la valigia pronta. «Il mio contratto è in scadenza e quindi il prossimo anno non sarò a Palermo – dice – Ma io e i miei compagni vogliamo lasciare un buon ricordo. Retrocedere sarebbe un fallimento per tutti. Sino a qualche tempo fa ci davano per spacciati. Adesso abbiamo qualche speranza in più e vogliamo giocarcela sino in fondo». Per giocarsela sino in fondo il Palermo deve fare sei punti. In questo modo avrebbe la certezza di rimanere in A. «Andiamo a Firenze per vincere – dice Maresca – Dobbiamo cercare di fare sei punti senza pensare alle nostre dirette concorrenti. Il biscotto all’ultima giornata tra Udinese e Carpi? Non ci voglio pensare, ma se dovessimo retrocedere non sarebbe certo per l’ultima partita, ma sarebbe una retrocessione nata prima»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.