Repubblica: “Il preliminare, i soci misteriosi e l’advisor tenuto nascosto. I dubbi sull’affare rosanero”
“E al momento tutti sono arrivati a una sola conclusione: i conti non tornano, il meccanismo di acquisto nei tempi e nei modi è molto anomalo e Baccaglini e i suoi soci iniziali nel fondo Integritas non hanno alle spalle alcuna grande attività finanziaria. «Magari ci sorprenderà tutti e consegnerà sull’unghia i 70 milioni promessi, ma al momento qui in pochi credono a questa operazione», dice un banchiere che ha lavorato in passato con Zamparini e che da Roma ha monitorato le vicende palermitane perché interessato in prima persona a proporsi come consulente del nuovo patron rosanero. LO STRANO ACCORDO Una cosa è certa: le anomalie tecniche di questa operazione sono evidenti agli occhi degli esperti del settore. La prima anomalia riguarda i tempi: non si è mai visto il varo di un contratto preliminare di cessione, firmato lo scorso febbraio con tanto di nomina a presidente della società del compratore virtuale, Baccaglini appunto, prima di fare un’approfondita due diligence. Cioè prima di verificare non solo nel dettaglio i conti della società, lo stato patrimoniale, le pendenze fiscali, ma anche la solidità dell’acquirente da parte del venditore: e, in particolare, se davvero il fondo Integritas aveva lavorato sul mercato estero e aveva fatto operazioni di raccolta fondi da parte di investitori. Ma c’è di più: che senso ha nominare Baccaglini presidente senza alcuna delega e ruolo operativo, come emerge da quando consegnato alla Camera di commercio di Palermo? LA SCARSA TRASPARENZA In questo tira e molla di annunci, carte, documenti, al momento né Baccaglini né Zamparini hanno mai fatto il nome sia dell’advisor scelto per l’operazione sia della banca che farebbe da garanzia all’investimento promesso. Ma se ci può stare che non si nomini la banca che fa da garante anche a investitori che vogliono rimanere anonimi, l’advisor di solito viene reso noto: proprio per dare copertura all’operazione e garantirne comunque la veridicità e solidità di intenti, si dà in pasto alla stampa e al mercato finanziario il nome della società che fa da tramite. Qui da febbraio a oggi non si è mai saputo il nome di questo advisor scelto per l’operazione. L’OFFERTA E I BILANCI Altro punto oscuro di questa trattativa estenuante è il vero ammontare dell’offerta e lo stato dell’arte dei conti e della liquidità della società Palermo calcio. All’inizio si era parlato di un pacchetto unico che Baccaglini, sostenuto dai suoi investitori, avrebbe preso: non solo il Palermo calcio, con annesso progetto dello stadio, ma anche altri rami di azienda di Zamparini e gli immobili che ha in giro per l’Europa. Poi tutto si sarebbe invece concentrato sul Palermo e il valore della società. L’ultima offerta sarebbe, ma solo a voce e, dice Zamparini, «senza nulla di scritto», di circa 70 milioni di euro. Ma per che cosa? La società di calcio non ha consegnato ancora il bilancio 2016 e lo stesso Zamparini ha parlato di debiti per circa 40 milioni di euro. E le pendenze con il fisco a quanto ammontano? L’indagine di ieri per il mancato pagamento dell’Iva è un campanello d’allarme di non poco conto. E, ancora, che valore ha un progetto per il nuovo stadio mai presentato agli uffici del Comune con carte tecniche? E le operazioni di valorizzazione del marchio, fatte con Unicredit Leasing, e le cessioni del marchi a società della famiglia, sono state solo operazioni finanziarie o hanno inciso davvero nel bilancio? Insomma: qual è il vero valore del Palermo per Zamparini e per Baccaglini? Domande che al momento non hanno risposta, mentre è certo che Unicredit ha bloccato al Palermo calcio un fido da 2 milioni di euro, dopo il tentativo di pignoramento degli ex agenti di mercato del calciatore Paulo Dybala. Ed è certo che il Palermo calcio non ha concluso operazioni finanziarie già pronte proprio per problemi di liquidità, come la realizzazione del centro sportivo a Carini saltata per il mancato pagamento degli oneri concessori. In città comunque pochi credono alla vendita della società e la rete locale di consulenti e legali che Zamparini ha utilizzato negli anni non c’è più: da Marcello Massinelli a Gaetano Armao, da Michele Battaglia a Santi Magazzù. Anche questo un segnale. Dubbi che possono essere spazzati via comunque in un batter di ciglio: se nelle prossime ore arriveranno davvero le garanzie sull’offerta di Baccaglini e Zamparini venderà concretamente il Palermo.”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.