L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sullo scudo anti-pirateria.
Sabato sera, intorno alle 19, un problema tecnico ha causato il blocco di Google Drive, impedendo a molti utenti di accedere al servizio di archiviazione e condivisione di documenti online fino alle 23. Sebbene Google non abbia precisato quanti utenti siano stati colpiti, il disservizio è stato particolarmente sentito, nonostante il fatto che fosse un sabato sera, con uffici pubblici e privati chiusi.
Il problema sembrerebbe collegato allo scudo anti-pirateria gestito dall’AgCom, che quel giorno ha oscurato oltre 800 siti illegali impegnati nella trasmissione abusiva di eventi sportivi come le partite di Serie A e B, basket e Coppe europee. Durante Milan-Udinese e Juventus-Lazio, milioni di persone non hanno potuto accedere ai siti pirata. Tuttavia, sembra che qualcosa non abbia funzionato correttamente, e si ipotizza che Google Drive possa essere stato erroneamente coinvolto nel blocco.
L’ipotesi principale chiama in causa Dazn, titolare dei diritti di trasmissione sportiva, che ha segnalato diversi siti pirata all’AgCom. Queste segnalazioni vengono elaborate da società di consulenza specializzate, che includono hacker etici incaricati di identificare i siti illegali. Potrebbe essersi verificato un errore umano, con l’inclusione di Google Drive tra gli indirizzi da bloccare. In alternativa, si ipotizza che le emittenti pirata abbiano nascosto indirizzi web illegali all’interno di cartelle di Google Drive, portando alla sua temporanea sospensione.
Il blocco sembra essere avvenuto su un nodo di rete a Milano, uno dei più utilizzati da Google per i suoi servizi, colpendo anche altre piattaforme come YouTube. La revoca della segnalazione di Google Drive è arrivata solo intorno alla mezzanotte, dopo che le proteste degli utenti si erano già diffuse sui social.
Massimiliano Capitanio, commissario dell’AgCom, ha commentato su LinkedIn, spiegando che l’AgCom indagherà sui ritardi nella revoca della segnalazione e che i responsabili delle segnalazioni errate potrebbero essere chiamati a rispondere di eventuali danni civili e penali. Capitanio ha anche sollecitato Google a collaborare di più nella lotta contro la pirateria, chiedendo perché non rimuova automaticamente le app illecite dal Play Store e dai telefoni degli utenti, una volta eliminate.