L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo e sul valore della nuova rosa dopo il mercato estivo ricco di botti.
Poco meno di 66 milioni di euro spesi in 14 mesi per portare i colori rosanero in A. Tanto vale lo sbarco del City Group a Palermo se si considera l’acquisto della società, il centro sportivo di Torretta, il calcio mercato di due stagioni e l’incremento del monte ingaggi di una rosa che era andata in B con molti giocatori in prestito. Una squadra di scommesse con un budget per la serie D, che si è trasformata in un patrimonio di giocatori di proprietà rosanero da 26 milioni. Il Palermo dei dieci colpi di mercato, quest’anno, secondo i dati di Transfermarkt, ha speso 10,6 milioni di euro. Se anche si togliesse il milione versato all’Empoli per il riscatto obbligatorio di Stulac preso l’anno scorso, questa cifra resta un record per la categoria. Si avvicina soltanto lo Spezia, appena retrocesso e a quota 9 milioni, ampiamente controbilanciati dai 17,5 che sono entrati per le cessioni. Seguono il Parma, che ne ha spesi poco meno di sei, e il Pisa (5,4 spesi e 3 incassati).
L’anno scorso, per il mercato, il Palermo aveva speso 8 milioni, che con i 10,6 di quest’anno fanno 18,6 milioni in due stagioni. Il colpo più importante era stato il riscatto di Matteo Brunori dalla Juventus, pagato 1,8 milioni. La stessa cifra versata all’Ascoli per l’acquisto di Dario Saric, l’unico vero flop del nuovo corso rosanero. Tanto che il giocatore è stato ceduto in prestito all’Antalyaspor con diritto di riscatto per i turchi. In questo modo, mattone dopo mattone, il Palermo ha messo su una rosa con un’età media di 26 anni che vale, al netto dei tre prestiti, ben 26 milioni di euro, secondo le stime del portale Transfertmarkt. Un patrimonio quasi tutto di proprietà rosanero, dove primeggia il capitano Brunori, valutato 4,6 milioni. In più i prestiti di quest’anno sono solo tre e l’anno scorso erano 8 i giocatori non riscattati. Eppure, un altro grande indicatore dello sforzo economico del City Group si vede dal monte ingaggi. L’anno scorso, prestiti compresi, aveva raggiunto la cifra di circa 13,8 milioni. Molto più grande dei costi della squadra in C, quando tanti giocatori chiave — Brunori, Soleri, Damiani su tutti — non erano nemmeno di proprietà del Palermo e sono stati riscattati soltanto dopo la promozione.
Nelle spese complessive del gruppo però c’è un’altra voce sostanziale, che vale un quarto della torta: l’acquisto del club e l’investimento per
il centro sportivo di Torretta.
Il closing era costato alla holding di Man sour 10,4 milioni per l’80% di quote, mentre il resto è in mano al presidente Dario Mirri. È costato 5 milioni, invece, il centro sportivo di Torretta, che il Palermo avrebbe voluto realizzare con un prestito del Credito sportivo e che ha avuto una forte spinta con la liquidità del City Group. In totale fanno 65,8 milioni spesi dallo sbarco del ceo Soriano nel luglio del 2022. Un calcolo che non tiene conto delle spese per lo staff, che in questi 14 mesi è stato protagonista della rifondazione di un club che 3 anni fa risorgeva dalle ceneri in serie D