“I tifosi hanno occhi e orecchie più per quello che succede in società che per la lotta salvezza. I giocatori non sempre danno l’impressione di avere capito dove sono e cosa devono fare. E in mezzo c’è Diego Lopez che per alcuni fa solo quello che vuole il patron Zamparini e dall’altra non perde occasione per difendere il suo lavoro. Il ruolo che ha in questo momento il tecnico uruguaiano non è facile, vorrebbe fare di più, ma sa bene che non tutto dipende da lui. Non è facile per lui, ex difensore, ritrovarsi a parlare del modo in cui i giocatori devono leggere le situazioni che si verificano in partita: reazioni a determinate giocate delle squadre avversarie che ormai dall’inizio dell’anno dovrebbero essere codificate e rodate e che invece per una squadra che oggi giocherà la ventiseiesima partita di campionato ancora non lo sono. Eccolo il contesto in cui si gioca oggi alle 12,30 Palermo-Sampdoria. Quella del “Barbera” sarà l’ennesima ultima spiaggia, un appuntamento da non fallire se si vuole davvero sperare nella salvezza. Per la verità lo era anche Palermo-Atalanta e prima ancora qualsiasi partita che vedeva incroci favorevoli di calendario come quelli che si verificheranno oggi, quando il Palermo scenderà in campo conoscendo il risultato della partita che ha giocato l’Empoli ieri sera a Torino contro la Juventus. «Per me non è solo questa una partita da ultima spiaggia – dice Lopez – per me lo sono tutte. Anche quella contro la Juventus lo era. Abbiamo preso quattro gol facendo troppi regali. Dobbiamo cercare di eliminare gli errori individuali perché sono queste le cose che ci stanno danneggiando. Mancano ancora tredici partite. Non dobbiamo pensare a cosa fanno le altre, ma migliorare noi stessi. Se vogliamo dare un segnale forte dobbiamo vincere con la Sampdoria». Troppi errori dei singoli, ma i giocatori sono quelli e non si possono cambiare. Per questo motivo il Palermo che deve dare un segnale forte e battere la Sampdoria potrebbe scendere in campo in modo diverso dal solito. In settimana Lopez ha lavorato sul 4-2-3-1 che prevede un uomo in più in fase di copertura davanti alla difesa e la possibilità di aumentare il potenziale offensivo della squadra. «Oltre agli errori – continua Lopez – dobbiamo portare di più al tiro Nestorovski. Potremmo cambiare qualcosa sia per cercare maggiore copertura che per avere più alternative al nostro gioco offensivo. Per me non è una questione di uomini. Io vedo in settimana il lavoro della squadra e poi decido in autonomia». E proprio sull’argomento delle scelte Lopez rivendica la sua autonomia. «Lo so bene cosa si dice in giro – sottolinea l’allenatore del Palermo – A Bologna era la stessa cosa: mi accusavano di non fare scendere in campo i giocatori del direttore sportivo Corvino. Ma io devo essere tranquillo e fare delle scelte, Balogh quando ha giocato ha fatto bene, Sallai pure, sono due ragazzi che possono fare degli errori. Ma anche i giocatori che hanno più esperienza e qualche anno in più sbagliano. Sono tutte cose che devo valutare quando faccio la formazione. Diamanti in questo momento è più incisivo a partita in corso. Però, senza volere andare a vedere dove lo facevano giocare gli altri prima di me, si devono valutare bene tutte le cose: Diamanti ha giocato praticamente tutto il girone d’andata e il Palermo ha fatto solo dieci punti». Parole che tradotte in probabili schieramenti vanno verso una sola direzione: 4-2-3-1 con Diamanti ancora in panchina, Nestorovski unica punta e una linea di tre trequartisti alle sue spalle formata da Balogh, Bruno Henrique e Sallai. A centrocampo i due recupera palloni saranno Jajalo e Chochev con Gazzi pronto a prendere il posto di chi si affaticherà per primo. Mentre in difesa, dove mancherà lo squalificato Goldaniga («non è lui il responsabile di tutti i mali del Palermo», lo difende Lopez) potrebbe tornare dal primo minuto Gonzalez al centro in coppia con Andelkovic. Lo sloveno sembra favorito rispetto a Cionek e Sunjic. «Fino a tre settimane fa a proposito di Sunjic pensavo tutta un’altra cosa – ammette Lopez – sta facendo dei progressi notevoli, anche se deve chiaramente capire il nostro calcio». Di tempo però ce n’è sempre meno. E al “Barbera” l’unico che non ha portato via punti è stato il Crotone.”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.